«Il ruolo degli allenatori è anche quello di educare Ma a volte sono proprio loro a vendere i veleni»
«Il doping è dilagante, una vera piaga. E va sempre peggio». Luca Baseggio, 43 anni, torinese, è un preparatore atletico e istruttore di body pump. Ha fatto della lotta alle sostanze vietate un pilastro irrinunciabile. Eppure una volta un ragazzo gli ha chiesto lo stesso di poterle utilizzare. «Gli ho spiegato a cosa andava incontro. E che se desiderava farlo comunque, doveva andare da un’altra parte».
Come è finita?
«È andato altrove».
Perché si assumono prodotti che si sa che possono nuocere alla salute?
«Diventa predominante l’aspetto della vigoressia, l’opposto dell’anoressia, l’ossessione della massa muscolare. Vuoi spingerti sempre oltre».
Chi può intervenire per fermare questa spirale?
«Innanzi tutto l’allenatore, che dovrebbe essere in primo anche e soprattutto un buon educatore. Deve sconsigliarti queste pratiche spiegandoti le consequenze non solo etiche ma anche sulla salute fisica e psichica».
E non sempre avviene.
«A volte sono gli stessi preparatori a vendere i prodotti illegali sottobanco».
Perché è una pratica che non si riesce a sconfiggere?
«La nostra è una società che ti spinge ad avere tutto e subito. La soluzione farmacologica è la più rapida, ma anche quella che dura meno a lungo». Gli atleti controllati nel 2016 dalla Sezione di vigilanza del doping del ministero della Salute