Sinfonia avvincente diretta da Chailly Gergiev e Filarmonica regalano emozioni
Valerij Gergiev per la stagione della Filarmonica, Riccardo Chailly per i Concerti sinfonici della Scala, Maurizio Pollini per i Concerti straordinari, senza dimenticare la nuova produzione di Orphée et Eurydice di Gluck che ha debuttato ieri con Juan Diego Flórez diretto da Michele Mariotti: non s’è mai vista alla Scala una tale concentrazione di stelle in una sola settimana. L’ha aperta il direttore russo, sempre amatissimo sia dal pubblico sia dall’orchestra milanese. Concerto ambivalente. Nella prima parte esegue con Nelson Freire il Concerto n.2 per pianoforte di Brahms. Forse non è serata per il celebre pianista brasiliano. Le complesse articolazioni ritmiche del brano — ritmo e metro non vanno di pari passo — risultano vaghe perciò si fatica a seguire il filo rosso di tal capolavoro. In compenso, l’esecuzione della Patetica di Cajkovskij è magistrale, fraseggiata con una classe e una originalità da autentico poeta ma contenuta entro un quadro formale di inesorabile compattezza. Emozioni a mille, in una gamma straripante di colori dal più scabro al più morbido. Tantissimi applausi. Espressivamente meno compiaciuta è la fluviale Sinfonia n.3 di Mahler diretta da Chailly (in replica oggi e martedì), che ne realizza invece una lettura squisitamente analitica, come sotto a una lente di ingrandimento. I tempi perciò si dilatano rispetto agli standard (la durata complessiva supera i 100 minuti) e la bacchetta si posa su ogni minuscolo dettaglio, foss’anche un ricamo di tre note. I movimenti centrali avvincono (ottimi i contributi di Gerhild Romberger, del Coro femminile e del Coro di Voci bianche); i due giganteschi blocchi che li contengono guadagnano in sincronicità quanto perdono in fluidità. Tantissimi applausi. Maurizio Pollini nell’atteso recital di domani eseguirà la celebre Sonata in si minore di Chopin e altre cose di Schumann.