La regina dei due mondi
Ester Ledecka entra nella storia Oro anche nello snowboard dopo quello magico nel superg «Ho dovuto spegnere e resettare per tornare con i piedi sulla tavola Dentro di me vivono due anime»
PYEONGCHANG La trasformista degli sci e della tavola. Immensa, formidabile, testimone di un futuro che è già presente. L’immagine indelebile di questi Giochi coreani. Ester Ledecka scivola nella storia con la leggerezza di una farfalla e la grinta di una leonessa: dopo il clamoroso trionfo nel superg, ecco il centro nella terra a lei più amica, quello del gigante parallelo dello snowboard. Non è stato semplice: «Ho dovuto dimenticare i complimenti e pensare a tornare nei panni di una seguace della tavola» racconta tenendo addosso, come nella conferenza stampa del superg, gli occhialoni da gara e sfoderando una naturalezza che sbalordisce.
Travolte tutte, come da pronostico: Ester è la prima donna della storia a centrare il titolo olimpico in due sport differenti nella stessa edizione dei Giochi. Nella storia esiste un precedente perfino superiore: tre titoli. Accadde ai Giochi invernali del 1924 a Chamonix: il norvegese Thorleif Haug s’impose sia nel fondo (18 e 50 km) sia nella combinata nordica. Uno, invece, è come la Ledecka: a St. Moritz, quattro anni dopo Haug, il connazionale Johan Grottumsbraten vinse ori nella 18 km di fondo e nella combinata nordica. Sono tempi remoti e di uno sport antico; giorni in cui la polivalenza era probabilmente più facile e naturale rispetto ad oggi, quando i conti vanno fatti anche con l’estremizzazione dello sport e con l’ottusità di una Federazione internazionale che salta sul carro della Ledecka salvo non aver mai fatto nulla con i calendari per agevolarne la doppia attività. Ci voleva allora qualcosa di speciale per frantumare questo muro: «Solo lei, persona straordinaria e dalla testa incredibile — dice Justin Reiter, coach americano della ventiduenne di Praga — avrebbe potuto realizzare un’impresa del genere».
Il pendio del parallelo e tribune zeppe della tribù innamorata della tavola prima assistono a un episodio che fa sobbalzare — l’austriaca Ulbing negli ottavi sfiora uno scoiattolo entrato in pista — e poi diventano il santuario dove si officia il rito di colei che ammette di dover gestire una doppia personalità: «C’è una Ester sciatrice e una Ester che fa snowboard — afferma la Ledecka —: dopo aver vinto il superg ho dovuto girare un interruttore nella testa e resettarmi sulla nuova sfida. Non ho preferenze tra questo oro e quello del superg: la soddisfazione reale è che li possiedo entrambi». Reiter era preoccupato del doppio impegno, figlio di una missione concepita in ore e ore di lavoro («Anche otto in un giorno: troppe»): «Se avesse prosciu-