Fischnaller, Coratti e quella pista maledetta
gato tutte le energie nel superg adesso parleremmo d’altro: ma sapevo che quel titolo non le bastava». La lezione è che lo sport del domani potrà diventare più «contaminazione» che specializzazione: la poliedricità andrà al potere. «Questa impresa — dice Cesare Pisoni, c.t. azzurro — è una rivoluzione culturale: dà un calcio a chi difende il proprio territorio e spiega che snowboard e sci sono complementari. La diversità arricchisce, non minaccia».
Ester Ledecka dopo i Giochi tornerà in gara nella Coppa del mondo di snowboard. Ma a metà marzo parteciperà alle finali dello sci in Svezia: «I piani? Seguire il cuore e continuare ad amare questi due anime che in me sono tutt’uno».
( f. van.) Maledetta quella pista azzurra. Ma anche maledetta qualificazione. I sogni di Roland Fischnaller e di Edwin Coratti di salire sul podio del gigante parallelo svaniscono nei quarti, il primo eliminato dal francese Dufour, il secondo dallo svizzero Galmarini che poi sarà d’oro. C’entra, appunto, la pista. Nella fase a eliminazione diretta, infatti, si disputa una sola manche. E la scelta del tracciato spetta a chi si era meglio qualificato. Ieri al Phoenix Park la pista rossa era decisamente preferibile. Ma gli azzurri — sconfitti anche per un’inezia, come i 6 centesimi di Fischnaller — sono stati relegati sull’altra dalle scelte degli avversari diretti, tutti meglio piazzati. «C’è poco da dire — spiega il c.t. Pisoni —: la medaglia ce la siamo giocata al mattino qualificandoci non con i migliori». Beffa delle beffe: nella prima manche della fase a eliminazione, Aaron March aveva stabilito il miglior tempo; ma nella seconda è crollato (23°). Secondo voi su quale pista correva?
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