Corriere della Sera

I Giochi a rovescio di Zoeggeler senza medaglie e senza posto al Cio

- G. pic. Gaia Piccardi

PYEONGCHAN­G Dopo le sei medaglie con lo slittino in sei edizioni consecutiv­e dei Giochi invernali, la prima Olimpiade da dirigente non è stata fortunata per Armin Zoeggeler (foto). Prima il quarto posto di Dominik Fischnalle­r per 4 centesimi di secondo nella gara dello slittino singolo (pare che i muri ancora tremino in seguito alla sfuriata del d.t. al giovane epigono), poi il quinto posto di una squadra che era data da podio. Infine, ieri, l’esclusione dal Cio (quota atleti).

sconfinato...».

L’italia ha Roana, 4.321 abitanti inclusi Fabris e Tumolero.

«Abitiamo a 800 metri l’uno dall’altro. In paese ci conosciamo tutti. Il caffè al bar non lo prendiamo insieme perché i ruoli vanno tenuti ben distinti. Comunque, se guardiamo A Pyeongchan­g ha votato l’84% dei 2.919 aventi diritto: elette la giocatrice finlandese di hockey Emma Terho (1.045 preferenze) e la fondista statuniten­se Kikkan Randall (831). Zoeggeler (761 voti) aveva ancora una chance di ripescaggi­o se fosse stato indicato personalme­nte dal presidente Bach, ma il numero uno del Cio ha scelto la cinese ex speed skating Hong Zhang (787 voti). Quote rosa garantite e smacco per Armin.

ai numeri che abbiamo, il lavoro che stiamo facendo è buono: pochissimi in Italia pattinano ad alto livello, però chi lo fa ci crede ciecamente».

Ecco, il lavoro: chiariamo.

«Marchetto è il direttore tecnico. Il lavoro grosso è suo. Io e Matteo Anesi, ex pattinator­i, facciamo da tramite con i ragazzi. Materiali, trasferte, tecnica: ci occupiamo un po’ di tutto. E cerchiamo di creare serenità in squadra».

Tumolero ha 23 anni: è lui l’enrico Fabris di Pechino 2022?

«Nicola pattina di fino. È un talento puro, datemi retta, con doti di resistenza non comuni».

Qui in Corea ha agguantato il bronzo perché Kramer è scoppiato.

«Nei 10.000 i morti si contano alla fine. Durante la gara continuavo a spronarlo: l’olandese sarà anche crollato ma il tempo da podio andava fatto».

Qual è il suo ricordo più indelebile dei Giochi di Torino?

«L’oro di squadra nell’inseguimen­to con Anesi, Sanfratell­o e Donagrandi. La medaglia vinta in mezzo agli italiani. Piazza Castello zeppa di bandierine tricolori. Una fortuna che pochi atleti hanno».

Dove tiene le sue tre medaglie olimpiche?

«Sono esposte da 12 anni in piazza a Roana, dentro una teca blindata della banca».

Fabris perché ha smesso presto? Non ha rimpianti?

«Non mi sono mai pentito. Le motivazion­i non c’erano più, i miei risultati li avevo fatti. Avevo espresso tutto il mio potenziale».

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