Corriere della Sera

Però pattiniamo»

Il totem Fabris: «Ho pianto per Tumolero»

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Dall’epoca remota in cui il naso affilato di Enrico Fabris tagliava l’aria dell’oval di Torino (due ori, un bronzo, l’olimpiade ai suoi piedi), l’italia della pista lunga ai Giochi non aveva più vinto nulla. Era il 2006. I Giochi coreani, complice il crollo inaspettat­o del monumento Sven Kramer nei 10 mila, hanno rotto l’incantesim­o. Ma il bronzo di Nicola Tumolero (poi affettato dal compagno Bugari in un incidente fantozzian­o: tendine rotto) non basta. E il flop nella mass start, con il corollario dello sfogo a caldo di Francesca Lollobrigi­da («Adesso torno in Olanda e ci rimango. E se non me lo permettono, pazienza: non vestirò più la maglia azzurra...») non è un bel finale. Due ori

● Enrico Fabris, 36 anni, è stato il più grande pattinator­e italiano di velocità

● Ai Giochi di Torino, nel 2006, conquistò due medaglie d’oro e una di bronzo

● Oggi fa parte dello staff degli allenatori azzurri

Fabris, qual è del totem? il bilancio

«Io per il bronzo di Tumolero mi sono messo a piangere. Nemmeno a Torino quando ho vinto i due ori mi era successo. Il pattinaggi­o di velocità è uno sport complesso: le medaglie non si improvvisa­no. Nicola è stato una sorpresa, ma meritata».

Fabris Abitiamo entrambi a Roana, la base è ristretta, ma chi sceglie la velocità ci crede ciecamente

Impianti, vivaio, budget. I soliti problemi?

«Quello che ci dicevamo 12 anni fa, vale anche oggi. È la realtà amara di tutti gli sport olimpici non centrali come lo sci. Ci mancano gli impianti».

La pista di Baselga non è sufficient­e.

«Là c’è il centro federale all’aperto. D’inverno, quando nevica, ci alleniamo a Berlino e Heerenveen, al chiuso».

Dove abita la Lollobrigi­da.

«L’olanda ha un serbatoio

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(Getty Images) Illusione Francesca Lollobrigi­da in testa durante la mass start

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