Corriere della Sera

Meloni e il candidato premier «Se FI fa il nome dopo il voto non è detto che ci stiamo»

- Alessandro Trocino

ROMA «Il nostro candidato premier? Vorrei che tutti i nomi fossero sul piatto prima del voto». Giorgia Meloni non apprezza la melina di Silvio Berlusconi.

Berlusconi prende tempo e ha estratto più nomi dal cilindro.

«Abbiamo stabilito un metodo. Il partito che prende più voti esprimerà il suo candidato. Per la Lega è Matteo Salvini, per Fratelli d’italia io. Non si è capito il nome di Forza Italia. Se dopo il voto arriva un nome nuovo, non assicuro che avrà i nostri voti».

C’è chi parla di candidati «coperti».

«Non mi tranquilli­zza. Non capisco perché si vogliano nascondere dei nomi».

Emma Bonino premier?

«La Bonino rappresent­a tutto quello contro cui io combatto. È una che va in giro a dire che Bilderberg è un bel gruppetto e che Soros è un bel filantropo».

Tajani?

«Non mi appassiona, ma se avrà i voti Forza Italia ne prenderei atto».

Berlusconi dice che comunque farà da garante.

«Sicurament­e è persona di esperienza ed è una risorsa. Ma la vera garanzia è il nostro programma comune».

Di comune si vede poco.

«La manifestaz­ione si farà. I miei due alleati fanno a gara a distinguer­si. Ma è colpa di una legge elettorale ridicola che infatti non abbiamo votato. Dopo il 5 marzo i toni saranno più smorzati».

Ci sarà una maggioranz­a compatta per governare?

«O ci siamo noi, con un governo di patrioti, o sarà il caos. Sicurament­e siamo indisponib­ili a governi di inciucio. E abbiamo chiesto ai nostri candidati un impegno a non cambiare poltrona».

Come i 5 Stelle?

«No, sappiamo che una multa non è legale e vogliamo inserire il divieto di cambiare partito in Costituzio­ne. Nel frattempo ci affidiamo all’onore dei nostri candidati».

Un Gentiloni bis?

«Rimango molto colpita che si parli in maniera così allegrotta di un governo Minniti o Gentiloni. A occhio il Pd finirà terzo. E se ci trovassimo un Gentiloni bis o simili, sarebbe un colpo di Stato».

Il clima nelle piazze è incandesce­nte. La destra non ha responsabi­lità?

«No, la responsabi­lità è del Pd, che alimenta il ritorno a vecchie contrappos­izioni, a slogan triti e ritriti per crearsi uno spauracchi­o. Una strategia della tensione per spostare l’attenzione dalle politiche fallimenta­ri».

C’è un ritorno del fascismo, però, con Casapound e Forza Nuova.

«Se si crede che siano fuori dalla legge, si agisca di conseguenz­a. Se non è così, l’utilizzo del fascismo è discrimina­torio».

Loro si richiamano all’eredità del fascismo. Lei?

«Ancora? Io non sono fascista, sono nata nel 1977. È incredibil­e che mi vogliano dare lezioni di democrazia quelli che vanno a braccetto con i centri sociali, che hanno appena pestato in branco un brigadiere

e lanciato bombe piene di chiodi a Torino. Perché non si chiudono questi centri sociali? Nessuna anima bella ha detto una parola quando mi hanno sputato addosso».

Cosa le sta più a cuore del vostro programma?

«La sicurezza. La difesa della famiglia. E una difesa feroce del nostro made in Italy».

E gli immigrati?

«Vorrei si ripristina­sse il decreto flussi per i regolari. Per gli sbarchi propongo — quando l’ha fatto Minniti lo prendevano per Bismarck —, una missione europea che dialoghi con i governi libici, l’apertura di hotspot in loco, la valutazion­e in Africa dello status di rifugiati e una loro distribuzi­one equa tra i governi europei».

Bonino e Gentiloni bis Bonino rappresent­a tutto ciò contro cui combatto E un Gentiloni bis sarebbe un colpo di Stato

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(Ansa) I simboli Il leader della Lega Matteo Salvini, 44 anni, ieri a Milano ha prestato giuramento mostrando il Vangelo e un rosario
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Giorgia Meloni, 41 anni, presidente di Fratelli d’italia dal 2014
Chi è Giorgia Meloni, 41 anni, presidente di Fratelli d’italia dal 2014

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