Rizzoli ha gli uomini contati per la serie A per questo chi sbaglia non viene fermato
La tecnologia e la presenza di due arbitri con poteri decisionali, non determina una crescita miracolosa delle capacità di entrambi. Se sei già bravo (e umile) la Var ti permette di cancellare i pochi errori di una partita, se sei un fischietto inesperto (e talvolta presuntuoso) la tecnologia mette in mostra tutta la strada che ti manca. Se poi arrivano coppie di arbitri apprendisti a dirigere le partite possono verificarsi situazioni di rilevante disagio tecnico. Così il fallo di Ranocchia su Cataldi non viene punito (Inter-benevento con Pairetto e Maresca) mentre un contatto di mano di Peluso, in Sassuolo-lazio, per un rimpallo, determina il rigore su indicazione ( tardiva perché incerta la scelta) di Calvarese — alla Var — al centrale Manganiello. Una fuga rovinosa dalla uniformità auspicata. Tralasciamo di sottolineare altri errori di valutazione, a metà campo, in entrambe le gare. Non è colpa di Rizzoli allenatore di una squadra di una ventina di arbitri per 10 gare con 2 arbitri ognuna: sono sempre tutti titolari, anche dopo prestazioni discutibili con necessità di riposo rigenerante. L’organico della serie A è sovrastimato. Mazzoleni centrale e Irrati Var per Roma-milan, internazionali, mostrano che solo le gare di cartello consigliano qualità massima. Infatti la partita si sviluppa con Mazzoleni essenziale, Irrati che trascura, giustamente, il mezzo fallo in area rossonera e Kolarov e Gattuso in pace dopo cenni di guerra verbale.
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