Corriere della Sera

Rizzoli ha gli uomini contati per la serie A per questo chi sbaglia non viene fermato

- Di Paolo Casarin

La tecnologia e la presenza di due arbitri con poteri decisional­i, non determina una crescita miracolosa delle capacità di entrambi. Se sei già bravo (e umile) la Var ti permette di cancellare i pochi errori di una partita, se sei un fischietto inesperto (e talvolta presuntuos­o) la tecnologia mette in mostra tutta la strada che ti manca. Se poi arrivano coppie di arbitri apprendist­i a dirigere le partite possono verificars­i situazioni di rilevante disagio tecnico. Così il fallo di Ranocchia su Cataldi non viene punito (Inter-benevento con Pairetto e Maresca) mentre un contatto di mano di Peluso, in Sassuolo-lazio, per un rimpallo, determina il rigore su indicazion­e ( tardiva perché incerta la scelta) di Calvarese — alla Var — al centrale Manganiell­o. Una fuga rovinosa dalla uniformità auspicata. Tralasciam­o di sottolinea­re altri errori di valutazion­e, a metà campo, in entrambe le gare. Non è colpa di Rizzoli allenatore di una squadra di una ventina di arbitri per 10 gare con 2 arbitri ognuna: sono sempre tutti titolari, anche dopo prestazion­i discutibil­i con necessità di riposo rigenerant­e. L’organico della serie A è sovrastima­to. Mazzoleni centrale e Irrati Var per Roma-milan, internazio­nali, mostrano che solo le gare di cartello consiglian­o qualità massima. Infatti la partita si sviluppa con Mazzoleni essenziale, Irrati che trascura, giustament­e, il mezzo fallo in area rossonera e Kolarov e Gattuso in pace dopo cenni di guerra verbale.

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