Il gran giorno di Mou Vittoria e carezza al «nemico» Conte
Niente insulti stavolta, niente minacce, niente colpi bassi, nemmeno lo straccio di una presa in giro piccola piccola, a meno di non voler considerare tale il gesto clou del pomeriggio, la carezza che Mourinho rifila a Conte dopo che l’arbitro Atkinson ha sentenziato il 2-1 in rimonta del Manchester United sul Chelsea: i settantamila di Old Trafford saltano e ballano sulle note di «Glory glory Man United», José e Antonio s’avvicinano, fugace stretta mano, quindi Antonio si gira e José gli rifila un tenero quanto inaspettato buffetto sulla testa.
Un gesto quasi da amici che però, c’è da giurarci, ad Antonio sarà sembrato duro come un pugno. Per due ragioni: la prima è perché a dedicarglielo è stato proprio Mou, il detestatissimo collega col quale da settimane porta avanti una vergognosa scazzottata verbale a distanza («piccolo uomo», «demenza senile», amenità simili) che di certo non ha giovato all’immagine di nessuno dei due. L’altra ragione, più pratica, è la classifica: la sconfitta, unita al successo del Tottenham in casa del Crystal Palace grazie al solito Kane, fa arretrare i Blues al quinto posto in Premier, fuori quindi dalla zona Champions, e soprattutto certifica la riapertura della crisi. Fra inevitabili nuove voci di esonero e tensioni varie per Antonio si prospettano giorni complicati, c’è da giurarci.
E dire che il suo Chelsea era partito nel migliore dei modi, costruendo più occasioni da rete, mantenendo un maggior possesso palla fin dai primi minuti e soprattutto passando in vantaggio con Willian. Alla fine però ha prevalso la maggior praticità della squadra dello Special One, che s’è aggiudicato anche il duello fra strateghi: sua la mossa vincente, vale a dire l’inserimento di Lingard che ha segnato la rete della vittoria, di testa, su assist dell’incontenibile Lukaku, autore quest’ultimo del gol del pareggio oltre che di una prestazione magnifica. Nel finale Morata ha segnato il 2-2 ma il gol è stato annullato per un fuorigioco dubbio.
Fuori dal campo, nelle aree tecniche dei due belligeranti, ha invece prevalso il fair play: non solo i due come da rigorosa tradizione britannica si sono stretti la mano prima e dopo, addirittura sono stati ripresi dalle telecamere mentre durante il match parlottavano, quasi ridacchiando. Una scena quasi surreale, visto il livello infimo raggiunto dalla loro querelle.
Che si tratti di pace vera o solo di un armistizio lo dirà il tempo, per ora come ha ammesso l’italiano conta solo il campo: «C’è grande delusione, potevamo non solo pareggiare ma addirittura vincere, invece siamo di nuovo qua a commentare una sconfitta, l’ennesima. Avanti di questo passo in Champions non ci andiamo, spero che ci si stia rendendo conto di questo. Mourinho? Con lui è tutto a posto». Vedremo. Di sicuro è a posto Mourinho, grazie a questi tre punti che gli restituiscono la seconda piazza in Premier, oltre all’evidente soddisfazione personale: «Non è un caso che lo scorso anno il Chelsea abbia vinto la Premier e nemmeno che abbia giocato così bene contro il Barcellona. Abbiamo battuto una squadra fantastica». Una carezza. O un pugno?