Sci, slittino, sole E la Capitale un po’ si diverte
Immagini da sogno sui network mondiali. Corsa alla solidarietà tra vicini
La discesa in slittino lungo i pendii del Circo Massimo è un grande classico della neve a Roma. Rende felici i bambini e i network televisivi di mezzo mondo: troppo spettacolare la reazione ludica dei romani di fronte alla paralisi di una Capitale europea che, per dirla col vicesindaco M5S Luca Bergamo, «non è nel suo insieme attrezzata a eventi di questo tipo».
La sindaca Virginia Raggi è a Città del Messico per un convegno sui cambiamenti climatici e tocca all’assessore alla Cultura, reduce dal match con i ragazzi del Cinema America sostenuti dai premi Oscar, affrontare lo stesso problema che travolse Gianni Alemanno nel febbraio 2012. Ed è Alemanno, oggi da ex, a divertirsi con Virginia Raggi: «Quando torni da Città del Messico ricordati il sale». Comunque, nel catino del Circo che risale al II secolo avanti Cristo, tutti a giocare alla Cortina d’ampezzo de’ noantri.
Roma e la neve, cambiano le giunte ma non i nodi né le Straordinarie Bellezze. Naturalmente i treni con sette ore di ritardo, le scuole chiuse sia ieri che oggi per le gelate previste, i mezzi Atac al minimo dell’offerta, il 36% di un giorno normale secondo i dati ufficiali (ma forse meno), quella bufala online che annuncia una falsa chiusura degli uffici pubblici.
Molti mezzi meccanici in azione coordinati dal Centro operativo comunale e un supporto dei mezzi sgombraneve dell’esercito e dell’aeronautica.
Al netto di tutto questo, certe meraviglie sono sempre indimenticabili. L’alba a San Pietro è un miracolo, tra il candore dei fiocchi, il grigio del cielo, la facciata, la cupola e il colonnato ancora illuminati. Poco dopo, come in una foto di Mario Giacomelli, preti e suore giocano a palle di neve.
Altro incanto, piazza Navona, traccia dello Stadio di Domiziano (85 dopo Cristo), monumentale condominio tra Bernini (Fontana dei Quattro Fiumi) e Borromini (Sant’agnese): i marmi innevati sono superbi centritavola. Un video di Vatican News mostra le spazzatrici a Santa Marta, dove vive papa Francesco, coi giardini all’italiana papali pennellati di gelo. Parchi pubblici chiusi per evitare incidenti causa caduta alberi, quindi tutti per strada a giocare o a passeggiare sotto al Colosseo, lungo i Fori, di nuovo il contrasto tra il paglierino del travertino e il nitore della neve. Poi arriva il sole e l’azzurro, magari sotto la mole dell’altare della Patria o sull’isola Tiberina. Roma sembra improvvisamente più pulita: il manto copre i mucchi di immondizia e cancella la perenne patina di smog che oscura Roma. Passato Burian, tutto scintilla.
Fin qui l’estetica. Poi c’è l’etica, la solidarietà, la macchina sia comunale che del volontariato cattolico impegnata ad assistere le debolezze fisiche e psicologiche della marginalità, le stazioni metro aperte di notte come ricoveri e i 450 posti letto della Croce Rossa, la chiesa di San Callisto trasformata in mensa-dormitorio dalla Comunità di Sant’egidio, con una raccolta straordinaria di coperte, sciarpe e cappelli.
Impossibile calcolare quanti pasti sono stati distribuiti dalle realtà sociali sia laiche, sia cattoliche. I piccoli gesti spontanei, sono poi innumerevoli: tra amici, vicini di casa, passanti in auto che ti chiedono se hai bisogno di un passaggio.
Non ci fosse il delirio organizzativo, e se tutto questo non costasse milioni di euro per i disservizi, gli alberi caduti, le scuole chiuse, si potrebbe dire che Roma con la neve è più bella e più buona. Forse, e comunque dura poche ore. Poi si torna al cinismo e al brutto.
Messi a disposizione abiti, posti letto e cibo I fiocchi «mascherano» smog e immondizia