Lasciamo la battaglia su Ema fuori dai veleni elettorali
C aro direttore, non ho mai cercato di farmi pubblicità o di apparire sui media sul tema Ema per due ragioni: la prima è che intendo la politica come impegno per arrivare al risultato e non come esibizione di meriti o annuncio, la seconda, ancora più importante, è che sono convinta che se su Ema manteniamo tutti il formato dell’unità e della logica di «sistema Paese» possiamo essere più forti e ottenere qualcosa, se invece iniziamo a fare la gara tra chi ha fatto di più e chi ha fatto di meno, beh allora è finita!
Ma ora, di fronte a notizie sulla stampa che travisano i fatti, ho l’obbligo di ristabilire un po’ di verità e mettere i puntini sulle «i» perché l’impegno del mio gruppo Socialisti e Democratici, della delegazione Pd e il mio personale, non sono stati secondi a nessuno! Siamo tutti, di tutti i partiti, e noi tra i primi, impegnati per affermare la titolarità del Parlamento, il rispetto dei criteri e la mancanza di trasparenza!
Ma sembra che i veleni della campagna elettorale italiana siano arrivati anche a Bruxelles, col rischio di distruggere il clima di collaborazione bipartisan che ha caratterizzato la lunga battaglia di tutto il sistema Paese per la candidatura di Milano, clima che io ho cercato di preservare in Parlamento.
Nella vicenda dell’ema, di fronte al tentativo dei governi di decidere a porte chiuse, riducendo le prerogative del Parlamento, con l’intera delegazione Pd ho subito scritto a Tusk e Juncker (due popolari) per contestare questo metodo dei voti segreti e queste procedure. Ma zero risposte!
Quando sono emerse la criticità sull’assegnazione dell’ema per i ritardi e la presunta inadeguatezza della sede sono stata io, in quanto capodelegazione degli eurodeputati Pd, a mandare una lettera al presidente dell’europarlamento Antonio Tajani, cofirmata da tutti gli altri capidelegazione italiani, per chiedere a Juncker di rispettare il ruolo di co-legislatore del Parlamento e di rendere pubblici tutti i documenti presentati dall’olanda e ho promosso diverse interrogazioni a riguardo. Siamo stati noi Socialisti e Democratici europei a insistere affinché il Parlamento, nelle varie commissioni, approfondisse ogni aspetto, da quelli istituzionali a quello dei costi e quello della tutela della salute dei cittadini, cosa che sta avvenendo. E siamo stati sempre noi socialisti e democratici europei a richiedere di fare una visita degli eurodeputati ad Amsterdam per controllare che l’ema abbia una sede subito completamente operativa, senza alcuna interruzione di attività. Personalmente in questi mesi mi sono spesa per aggregare attorno alla candidatura di Milano tutte le forze del sistema Paese a Bruxelles e in Italia, sempre con lo scopo di unire le forze, a prescindere dagli schieramenti.
Spero che ora nessuno inizi a giocare in proprio, passando dai comunicati e dalle interrogazioni congiunte allo stillicidio delle iniziative solitarie, per intestarsi la battaglia contro la controversa assegnazione ad Amsterdam dell’agenzia.
Non è così che si otterranno risultati. Se l’italia vuole contare in Europa deve imparare a fare sistema, come fanno gli altri grandi Paesi Ue. Il gruppo dei Socialisti e Democratici è compatto e determinato, non solo per difendere Milano contro Amsterdam, ma per difendere il diritto dei cittadini europei a delle procedure corrette e trasparenti, sicuri che in questo contesto Milano giochi al meglio le sue carte.