L’apertura di Embraco-whirlpool: siamo pronti a trovare soluzioni
La multinazionale e i 497 licenziamenti: impegno a lavorare con sindacati e governo
MILANO Embraco torna sui propri passi almeno parzialmente e apre al dialogo con il governo e i sindacati, che da settimane stanno portando avanti una battaglia per salvare il posto ai 497 lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri, dopo che l’azienda brasiliana del gruppo Whirlpool ha comunicato il 10 gennaio scorso la decisione portare via dall’italia la produzione, mantenendo invece la presenza commerciale, per andare in Slovacchia.
Il cambio di rotta lo spiega da San Paolo Vanessa Costa, portavoce dell’azienda: «Embraco è consapevole delle proprie responsabilità nei confronti dei propri dipendenti e si impegna a lavorare in stretta cooperazione con i rappresentanti sindacali, le autorità di governo e locali al fine di trovare soluzioni adeguate e praticabili per tutte le persone coinvolte». È anche vero che il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda non ha usato i guanti bianchi di fronte all’iniziale chiusura di Embraco. Calenda aveva detto di avere chiarito alla multinazionale di dover ritirare i licenziamenti e farli diventare cassa integrazione «se no vanno incontro a una dichiarazione di guerra». Il ministro è anche andato a Il presidio dei lavoratori Embraco ai cancelli della fabbrica di Riva di Chieri Bruxelles per portare in Europa la questione Embraco e il problema della concorrenza sleale tra gli Stati Ue, che attirano le imprese da altri Paesi offrendo incentivi e basso costo del lavoro.
Costa ha spiegato che la decisione di andarsene «è stata motivata dallo scenario competitivo e dalle complessità di lungo termine che rendono impossibile rendere lucrativa la fabbrica». A Embraco si erano rivolti nelle ultime ore anche i lavoratori, che in una lettera al presidente Paulo Henrique Teixera, avevano citato un passaggio del codice etico di Whirlpool, in cui la società promette di portare avanti il proprio business «con correttezza e rispetto per l’individuo e la collettività in generale».