I MODERATI LITIGANO MA PUNTANO AL GOVERNO ECCO LA LEZIONE TEDESCA
Mario Cuomo aveva un detto: «Democrats fall in love, Republicans fall in line», i democratici si innamorano, i repubblicani si allineano. Sostituite a democratici «la sinistra» e a repubblicani «i moderati» e avrete una legge universale della politica.il congresso della Cdu tenutosi lunedì a Berlino ne è l’ennesima dimostrazione. Angela Merkel ci era arrivata sotto una pioggia di critiche. E decine di delegati hanno espresso disagio e insoddisfazione verso la leadership della cancelliera, rimproverandole praticamente tutto: il peggior risultato elettorale del Dopoguerra, la crescita di AFD come conseguenza della sua linea sull’immigrazione, il fallimento del negoziato per la coalizione Giamaica, le troppe concessioni fatte alla Spd in quello per la Grosse Koalition. Ma come vuole l’adagio, al momento del voto la Cdu si è compattata: l’accordo di coalizione è stato approvato da 950 delegati su mille; Annegret Kramp-karrenbauer, alias AKK, la premier della Saar che Merkel con mossa geniale ha proposto come segretario generale, ha avuto oltre il 98% dei consensi. È vero che Angela Merkel ha dovuto concedere molto ai suoi critici, in primis la designazione del loro campione, Jens Spahn, come futuro ministro della Sanità. Ed è vero che la Cdu, giusta la promessa di un rinnovamento programmatico fatta da AKK, guarda già oltre l’eterna cancelliera. Ma è un fatto che Merkel sia pronta per il suo quarto mandato con un partito allineato e coperto. Sarà anche indebolita, ma la Chefin, il capo è ancora lei. Ed è questa la vera differenza: la Cdu, o se si vuole i moderati vogliono in primo luogo governare. «La nostra responsabilità è dare al Paese un governo stabile e funzionante», ha detto Merkel. Il confronto con la Spd è desolante. Un partito lacerato, privo di guida, impegnato in un referendum per posta tra i militanti, che in un caso o nell’altro verrà vinto di misura. E che in ogni caso non porrà fine all’eterna autoflagellazione. Una vera metafora della sinistra, che preferisce morire per un programma, invece di cambiare le cose governando. In Germania come altrove.