Corriere della Sera

La «debolezza percepita» copre tutto, pure la ripresa

Nel 2013 votò il 75,2%, il record negativo. Le complessit­à dello scrutinio

- Di Federico Fubini

le migliaia di elettori in meno rispetto alle Politiche del 2013. Anche alle ultime elezioni si era registrato un calo di elettori rispetto al 2008. Si tratta del dato numerico più basso degli ultimi 25 anni

Oggi è la giornata del silenzio elettorale. Domani si vota e l’incognita che di più agita i partiti è quella di un possibile astensioni­smo montante. Tutti i leader si sono sgolati per incitare la corsa alle urne ma molti sondaggist­i evidenzian­o un’equazione: bassa affluenza=vantaggio per il M5S che ha «un voto più strutturat­o». Nel 2013 votò il 75,2% ma ora la curva dell’affluenza è più bassa: «Non di molto — conferma Roberto Weber di Ixè —, a novembre eravamo al 50% e poi siamo saliti al 64%. Alla fine ci potrebbero essere pochi punti di scarto rispetto a 5 anni fa». C’è poi il fattore meteo che potrebbe frenare l’affluenza: «Tuttavia — aggiune Carlo Buttaroni di Technè — la temperatur­a di queste elezioni è alta, per cui l’affluenza potrebbe risalire».

Seggi aperti domani dalle 7 alle 23. Due le schede (Camera e Senato) ma nel Lazio e in Lombardia c’è la terza scheda per le Regionali. Gli aventi diritto sono 46.604.925 mentre, causa denatalità, i 18 enni sono solo 584.530. La complessa macchina elettorale del ministero dell’interno (affidata a due donne prefetto: la capo dipartimen­to Elisabetta Belgiorno e Maria Grazia Nicolò) ha vissuto giorni concitati anche perché l’informatiz­zazione spinta del Viminale (che darà dati ufficiosi) mal si concilia con i fogli Excel utilizzati dalle Corti d’appello e dall’ufficio centrale della Cassazione che sfornerà i dati ufficiali. A Prato, sono state mandate al macero un milione di schede a causa dei ricorsi mentre a Roma ci sono schede con la dicitura «defunto» nella casella di un candidato uninominal­e scomparso.

La macchina elettorale ha dovuto affrontare la complessit­à ll trend

● Secondo i sondaggi c’è il rischio che l’affluenza alle prossime elezioni Politiche possa non essere elevata

● Alle ultime Europee i votanti furono 28,9 milioni pari al 58,7% dei votanti del sistema misto (2/3 proporzion­ale, 1/3 maggiorita­rio). E così, la notte dello scrutinio, gli occhi saranno puntati sul sito del ministero dell’interno che riassumerà i dati in progress dei collegi uninominal­i (per coalizioni e per partiti che corrono da soli): «Da quella tabella — conferma Peppino Calderisi, tra i massimi esperti di leggi elettorali — avremo il dato politico con le percentual­i dei diversi blocchi». Invece, per il riparto dei voti alle liste all’interno delle coalizioni, e per conoscere i nomi degli eletti al proporzion­ale, non basterà la notte .

Gli imprevisti Ricorsi a Prato: milioni di schede al macero A Roma il caso di un candidato defunto

percepita, che spinge a osare sui confini della derisione. Più oggettivo il New York Times, che comunque non fa sconti: «L’italia vota. Gran parte degli italiani sono troppo depressi per curarsene». Per raccontare le elezioni il grande quotidiano americano sceglie uno dei punti più dolorosi del Paese, il quartiere Tamburi di Taranto: lì gli indiani di Arcelormit­tal stanno investendo vari miliardi per la più grande acciaieria d’europa, ma per molte persone comuni «il sostentame­nto resta difficile». Il Wall Street Journal invece spiega perché «le elezioni italiane contano: un nuovo tipo di populismo sta sorgendo». Naturalmen­te è quello del Movimento 5 Stelle, che «rappresent­a una rivolta italiana di tipo particolar­e contro un ceto politico trincerato». Il quotidiano finanziari­o americano sottolinea il carattere sfuggente e «eclettico» dei programmi di M5S. The Atlantic invece segue con divertito stupore il ritorno in scena di Silvio Berlusconi, che però trova poco convincent­e: «Non è che sia proprio tornato». Equilibrat­o infine il Financial Times: nell’immediato il quotidiano di Londra non vede come il Paese possa discostars­i veramente dalle politiche concordate in Europa. Eppure conclude: «L’italia merita di meglio. Ma sta esaurendo le alternativ­e politiche responsabi­li per assicurare il proprio futuro al cuore dell’europa».

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