Moto e jeans: l’europa risponde ai dazi di Trump
Giù le Borse, Milano -2,39%. Ma i consiglieri della Casa Bianca sono divisi
Scoppia la guerra dei dazi scatenata dagli Stati Uniti del presidente Donald Trump. L’europa contrattacca, ma le Borse soffrono. Milano perde il 2,39 per cento. Dai vertici della Commissione europea fanno sapere che «l’ue sta preparando dazi sulle importazioni di prodotti americani che includono le Harley-davidson, il Bourbon e i jeans Levi’s». Ma a criticare la scelta protezionistica di Washington è anche il presidente canadese Trudeau che la considera «assolutamente inaccettabile». Ma la vera minaccia in prospettiva politica è la Cina. Preoccupata anche la Wto.
WASHINGTON Le guerre commerciali «sono un bene» e «facili da vincere»: «gli Usa stanno perdendo miliardi di dollari nel commercio praticamente con ogni Paese con cui fa affari». Il tweet di Donald Trump fa scattare l’allarme in mezzo mondo. Il presidente degli Stati Uniti sembra deciso a confermare la settimana prossima l’adozione di dazi sull’import di acciaio (25%) e sull’alluminio (10%). Da Amburgo, Mina Andreeva, portavoce del presidente della Commissione Ue, Jean-claude Juncker, già annuncia la rappresaglia: «Non resteremo pigramente seduti mentre l’industria e i posti di lavoro europei sono minacciati. L’UE sta preparando dazi sulle importazioni di prodotti americani che includono le Harleydavidson, il Bourbon e i jeans Levi’s». Più in generale, l’idea è colpire le importazioni dagli Usa per 3,5 miliardi di dollari, con una tariffa del 25%. Le misure saranno discusse mercoledì 7 nella riunione della Commissione a Bruxelles.
Tra i leader dei Paesi Ue si è fatto sentire, con un’intervista Stati Uniti
Il presidente Usa Donald Trump ha annunciato dazi del 25% sull’import di acciaio e del 15% sull’alluminio al Tg1, anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: «Noi tuteliamo il lavoro. E se ci saranno guerre commerciali risponderà l’italia e risponderà l’europa. Ma attenzione perché abbiamo un’economia che vive e lavora di esportazioni. Un italiano che propone i dazi lavora per lo straniero». La protesta è corale. Per il Fondo monetario internazionale «la decisione di Trump potrebbe danneggiare l’economia degli Stati Uniti». Il premier canadese, Justin Trudeau, la considera «assolutamente inaccettabile». Il Canada è il primo esportatore di acciaio negli Stati Uniti, con una quota pari al 16%. Il ministero del commercio cinese nota: «Auspichiamo che gli Stati Uniti rispettino il sistema multilaterale del commercio e mantengano un ordine commerciale normale con il resto del mondo». E la Cina è descritta nei documenti interni del ministero del Commercio americano come «la vera minaccia in prospettiva», perché vende acciaio e soprattutto i semilavorati di alluminio a prezzi stracciati. Infine Roberto Azevedo, presidente del Wto, World trade organization, fa sapere di essere «chiaramente preoccupato»: «Una guerra commerciale non sarebbe nell’interesse di nessuno e il rischio di escalation è reale, come dimostrano le prime risposte di altri Paesi».
Il piano di Trump, intanto, ha affossato per il secondo giorno consecutivo le Borse. Wall Street ha aperto subito con un -1% e poi ha recuperato leggermente. Ribassi generalizzati anche in Europa. Piazza Affari chiude con -2,39%. Spiccano le perdite del gruppo Fiat-chrysler (-5,72%).
Ma il presidente deve fronteggiare anche i pesanti contraccolpi interni. I consiglieri della Casa Bianca sono divisi e, soprattutto, molti parlamentari repubblicani stanno prendendo le distanze.
Trump, però, sembra determinato a tenere fede a una delle promesse cardine della sua campagna elettorale, proteggendo i circa 100 mila lavoratori impiegati nella produzione base di acciaio o allumino e ignorando i contraccolpi, tutti da calcolare, sul resto della manifattura americana, a cominciare dall’industria dell’auto. Senza contare gli effetti sulle aziende che ora potrebbero essere colpite dai dazi degli altri.