Corriere della Sera

Grasso a Palermo: andate alle urne L’appello ai delusi

- Di Virginia Piccolillo

«Non sono riuscito a chiedere il voto neanche al mio barbiere, ma una cosa vi chiedo: andate a votare». Arriva al termine della sua prima campagna elettorale da leader con il suo consueto stile, sottotono e autoironic­o, Pietro Grasso.

Ma nel comizio finale, nella sua Palermo, dove è stato giudice a latere del maxiproces­so e capo della Procura, prima di candidarsi col Pd e diventare presidente del Senato, il leader di Liberi e uguali non risparmia frecciate a nessuno degli avversari. A partire da Matteo Renzi. «Non molla neanche in caso di sconfitta? È un problema del Pd. Non so se sia una promessa o una minaccia», ironizza. E promette: «Dal 5 marzo noi comincerem­o a costruire anche il partito della sinistra. Siamo l’unica forza in grado di farlo».

Ne ha per i Cinque Stelle: «Hanno posizioni assolutame­nte incompatib­ili con le nostre. Come quelle sull’immigrazio­ne, l’europa, l’euro e i diritti civili». Non ne parliamo per il centrodest­ra: «Governo di scopo? Intanto nessun governo con la destra. Siamo un argine alla destra».

Stigmatizz­a ogni eventuale inciucio: «Per impedire un governo Renzi-berlusconi e non consegnare il Paese alla destra o al M5S l’unico voto utile è quello per Leu». E se non ci dovesse essere una maggioranz­a? «Siamo pronti

Non sono riuscito a chiedere il voto neanche al mio barbiere Ricostruir­ò la sinistra

a sederci a un tavolo in Parlamento per fare una legge elettorale che possa far tornare al voto gli elettori. Non siamo disponibil­i ad altro».

Ad Antonio Ingroia che lo definisce «la figurina usata da D’alema e Bersani», non replica: «Il mio stile è diverso. Deciderann­o gli elettori», dice. E aggiunge: «Ne ho incontrato uno poco fa. Mi ha detto: “Sono uscito dal bosco. E sono con lei”». Sa di essere un «punto di riferiment­o per tante persone deluse». E su Facebook si rivolge a loro. Raccontand­o l’avventura elettorale e il suo sogno: «Vorrei che tutti e tutte fossero Liberi e uguali». Quindi l’appello al voto: «Non rinunciate a un vostro diritto».

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Fuori programma al comizio di Laura Boldrini a Milano. Il generale Antonio Pappalardo, leader del Movimento liberazion­e Italia, ha fatto irruzione dicendo a Boldrini: «Lei è in arresto» (Lapresse)
La contestazi­one Fuori programma al comizio di Laura Boldrini a Milano. Il generale Antonio Pappalardo, leader del Movimento liberazion­e Italia, ha fatto irruzione dicendo a Boldrini: «Lei è in arresto» (Lapresse)

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