Il candidato con lui a Palazzo Grazioli: la scelta ai cittadini
ROMA «Ho sempre fatto tutto per amore della mia patria, sono italiano e ne sono fiero. Se la mia patria dovesse avere bisogno di me io sono disponibile». Il giorno dopo essere stato indicato ufficialmente candidato premier di Forza Italia Antonio Tajani fa una sola dichiarazione, misura le parole, rimarca che «la decisione spetta ai cittadini e al capo dello Stato. Se non sarà così», ovvero se il centrodestra non dovesse vincere, o se Forza Italia non fosse il primo partito della coalizione, «continuerò a fare il presidente del Parlamento europeo».
L’ultimo giorno di campagna elettorale per Antonio Tajani si ferma qui, si è ripromesso di restare fedele al ruolo istituzionale, europeo, che ricopre. Sta accanto a Berlusconi, passa la giornata a Palazzo Grazioli, con l’uomo di cui fu primo portavoce nel lontano 1994, quando il leader di FI entrò per la prima volta a Palazzo Chigi.
Sono molte le ragioni che hanno portato Berlusconi a indicarlo, ma indubbiamente esperienza di governo e relazioni europee sono il perno della scelta. Tajani da più di 20 anni lavora a Bruxelles, «ha consolidato legami di stima e amicizia con i principali leader della Ue» dice Berlusconi, il che significa che potrebbe tornare utilissimo nell’attuazione del programma del centrodestra.
La flat tax infatti avrebbe bisogno di corposi negoziati con le autorità comunitarie e chi meglio di Tajani, aggiungono nello staff del leader di Forza Italia: «È onesto, ha persino rinunciato a una diaria di oltre 470 mila euro, quando è stato eletto presidente, ed è anche inflessibile — conclude Berlusconi —, ha ridato il primato alla politica e centralità al Parlamento. Il richiamo a Juncker a rispettare il Parlamento (che controlla la Commissione) e le relative scuse di quest’ultimo, è esempio della forza con cui ha esercitato il suo ruolo». In sintesi Antonio Tajani è anche «il paladino degli interessi italiani in Europa». E potrebbe esserlo anche da premier.