L’ex dc Scotti e M5S: ministri dal mio ateneo? Io neanche li voterò
«L’arroganza del potere ha provocato il rigetto nel Paese. E l’ascesa dei 5 Stelle». Vincenzo Scotti, una lunga storia politica nella Dc e fuori, è fondatore e presidente della Link University di Roma.
Luigi Di Maio è stato il primo a presentarsi alla Link. E tre «ministre» arrivano da qui. Come mai?
«Non ho un rapporto con Di Maio e ospitiamo chiunque. Ma hanno scelto da noi perché ci occupiamo di studi strategici, intelligence e sicurezza. E creiamo la classe dirigente del futuro».
Come valuta l’ascesa dei 5 Stelle?
«È colpa del potere, che non ha l’umiltà di ascoltare. Di Maio cavalca una tigre, ma è la casta dei politici che non vuole capire».
Fa impressione sentire queste cose da un politico come lei, di lungo corso.
«Già Moro, con cui dialogai tutta la vita, nel 1968 disse della Dc: il futuro non è più nelle vostre mani. Nell’84 mi opposi a De Mita e dissi: la differenza tra me e te, è che io guardo il Palazzo dalla società e tu la società dal Palazzo».
Voterà 5 Stelle?
«No, a Roma voto Zingaretti. Per il resto, in area riformista, sto decidendo».
C’è chi considera pericolosi i M5S.
«Io no. Il mondo è cambiato, bisogna accettarlo. Non si può dire, come fece Saragat alla fine dell’unità socialista, che è colpa del “destino cinico e baro”. Loro hanno scelto personalità indipendenti, non tra le correnti».
Lei che era chiamato Tarzan, perché si attaccava alle liane per cambiare corrente.
«Una stupidaggine enorme inventata da un cronista. Ci vuole umiltà per capirli, non l’arroganza che ha Renzi».