Come si vota (senza errori)
Sulla scheda niente preferenze né voto disgiunto Ma se proprio sbagliate potete chiederne una nuova
Quello che succede MILANO nella cabina elettorale resta nella cabina elettorale. E, per rispettare la segretezza del voto e tutelarne la libertà, è vietato portare il telefono nella cabina, così da non cedere alla tentazione di scattare una foto: «Dev’essere consegnato ai componenti del seggio. Sono previste sanzioni», si legge nelle avvertenze del Viminale. Lo prevede la legge e lo ha ribadito due giorni fa la Cassazione, confermando un’ammenda di 15 mila euro a un 77enne fiorentino che, cinque anni fa, immortalò la scheda. Inutili le proteste dell’avvocato, che ha sottolineato come nessuno lo avesse invitato a lasciare il cellulare.
Figli e cani al seggio
A poco vale dire di non essere stati avvertiti, ecco allora alcuni consigli per la sopravvivenza elettorale. Se vi siete accorti di aver fatto un errore, sulla scheda, e volete porvi rimedio, non fate correzioni a matita. Di alcun tipo: qualsiasi segno che non sia il voto porta all’annullamento della scheda. È possibile chiederne una nuova al presidente del seggio, che cestinerà la vecchia tra le «deteriorate» mentre voi potete rientrare nella cabina. Dove, prevede la norma, si deve stare da soli: si fa eccezione solo in casi di «voto assistito», mentre genitori anziani e figli minorenni non sono ammessi. E i cani? Un divieto espresso non c’è, in teoria nulla vieta di entrare al seggio col quattro zampe al guinzaglio, ma l’ultima parola spetta al presidente: è lui che può opporsi. Quello che dovete sempre portare alla sezione è, invece, il documento di identità (valido, è bene controllare) e la tessera elettorale. I seggi, domani, sono aperti dalle 7 alle 23.
No al voto «disgiunto»
Aperta la scheda, è bene affrontare la complessità della legge elettorale con il massimo della semplicità possibile. Due sono, in sostanza, le modalità. Si può barrare il nome del candidato all’uninominale (così il voto va anche alla lista collegata o alla coalizione, in questo caso è diviso tra i partiti in proporzione ai risultati nel collegio). Oppure si può porre la «x» sul simbolo: il voto va anche al candidato dell’uninominale (si possono barrare nome e simbolo, ma non fa differenza). L’importante è ricordare che non è ammesso il voto disgiunto (nel grafico).
Il tagliando antifrode
La scheda, che custodisce ripiegata il voto espresso a matita copiativa, non va subito nell’urna appena fuori dalla cabina. Deve essere consegnata al presidente, che deve staccare il «tagliando antifrode». Novità del Rosatellum, è un codice scritto su un adesivo rimovibile sulla scheda. Il presidente di seggio lo annota prima che l’elettore entri in cabina e poi, quando questo esce, controlla che coincida. Per evitare il voto di scambio, che spesso avviene attraverso schede precompilate. Prima di inserire la scheda nell’urna il tagliando viene rimosso. Perché quello che succede nella cabina resta nella cabina.