«Qui populismi e depressione» Nel racconto dei reporter esteri la «debolezza percepita» d’italia
Qualunque sia l’esito di questa campagna elettorale, un risultato l’ha già acquisito: in termini di pubbliche relazioni, per l’italia è stata un disastro nel mondo. Il carattere circense di buona parte della competizione ha gemmato soprattutto nelle testate anglosassoni una fioritura di luoghi comuni, osservazioni corrosive e commenti derisori. Da tempo il trattamento dell’italia non era stato così sferzante. In moltissimi casi le critiche toccano problemi innegabili, più di rado suonano un po’ fuori luogo, ma la lezione di fondo è chiara: con i suoi toni e la sua impalpabile sostanza, questa campagna ha fatto dimenticare all’estero — e all’interno — i pochi reali progressi che emergono nella società italiana. Quasi assenti nella narrazione risultano la ripresa, una crescita per abitante pari a quella di Francia o Germania negli ultimi anni comparati dall’ocse, l’export che ha superato quello francese fuori dall’unione europea, i debiti netti sull’estero più bassi di quelli di Francia e Spagna e ormai quasi a zero, o una crisi bancaria arginata spendendo una frazione del denaro pubblico usato in Germania, Olanda o Regno Unito. Riflesso nello specchio delle testate più lette al mondo, tutto questo sparisce per un semplice motivo: il volto di un Paese è sempre quello della sua classe politica.
Non fa magari testo il giornale online Politico che, forse in un tentativo di umorismo, ieri ha raccontato «le dodici persone che hanno rovinato l’italia». Nella lista, accanto a Mussolini e Giulio Andreotti, figurano Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini. La tesi di fondo del corrispondente inglese, in perfetto stile separatista da Brexit, è che l’italia come Stato unitario sarebbe un fallimento tale da far rimpiangere la scelta di crearlo. Forse discutibile, però sintomatico di un certo clima attorno al Paese oggi; emblematico soprattutto di una debolezza
d Le dodici persone che hanno rovinato l’italia? Dal Duce a Giulio Andreotti, da Mazzini a Garibaldi «Politico» d L’italia merita di meglio Ma sta finendo le alternative politiche per assicurare il suo futuro «Financial Times»