Corriere della Sera

SAN FRANCISCO CANCELLA COLOMBO, MA LA STORIA NON SI PUÒ IGNORARE

- Di Massimo Sideri

Che la figura storica di Cristoforo Colombo non goda di buona fama negli Stati Uniti è ormai un triste fatto di cronaca. L’accusa? Razzismo, colonialis­mo, addirittur­a stragismo. In una vera furia iconoclast­a, nel corso del 2017 le statue del navigatore genovese sono state danneggiat­e a Chicago (dove è comparsa la scritta «stragista» con la vernice rossa). A New York anche il sindaco Bill de Blasio — proprio lui di chiare origini italiane — ha avuto il cattivo gusto di prenderne le distanze in quanto «simbolo di odio». Mentre a Los Angeles lo scorso agosto, complice un superficia­le e populista revisionis­mo, è stato depennato il Columbus Day. L’ultima roccaforte rimaneva forse San Francisco, città talmente italo-americana che sulla Columbus Avenue si può ancora oggi entrare in un qualunque bar e ordinare un espresso in italiano. Il Columbus Day, arrivato alla 149esima edizione, è anche la più antica parata civile della città. Ma ora approfitta­ndo della recente e improvvisa scomparsa del sindaco Ed Lee, grande amico della comunità italiana, il comitato che governa temporanea­mente la città ha cancellato con un blitz il Columbus Day trasforman­dolo in un «Indigenous people day». Gli italo-americani stanno ora cercando di far passare un compromess­o: la soluzione proposta, che verrà votata in questi giorni, è «Italian heritage and indigenous people day». Speriamolo, anche perché andrebbe ricordata la storia: il navigatore scoprì l’america (peraltro fermandosi in realtà ai Caraibi), ma i vantaggi economici andarono per secoli alla Spagna. Colombo fu in effetti il primo degli «startupper» italiani che avendo una grande idea ma non trovando i capitali in casa andò a cercarli all’estero dalla venture capitalist ante litteram Isabella di Castiglia. Senza difendere Colombo subiremmo il danno senza aver goduto dei benefici.

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Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it Su Corriere.it
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