Corriere della Sera

Budapest la trasformis­ta

L’eclettismo dell’architettu­ra, le atmosfere da Belle époque, la rivalità e complicità con Vienna. In viaggio con il Corriere nell’ungheria di oggi e di ieri

- Mara Gergolet Caterina Ruggi d’aragona

La scheda

● Ad accompagna­re i lettori nel viaggio a Budapest (con partenza il 17 maggio da Milano Malpensa e Roma Fiumicino, e rientro il 20) sarà Mara Gergolet, a capo della redazione Esteri del Corriere della Sera ● La quota di partecipaz­ione parte da 1.290 euro a persona in camera doppia. Per info o per prenotare il viaggio mail inviaggioc­on corriere@rcs.it o chiamare lo 02/89730729 dal lunedì al venerdì h 9-20 e il sabato h 917.30. Oppure consultare il sito corriere.it/ inviaggioc­on corriere

Quando Claudio Magris arriva a Budapest, in quel mitico viaggio che poi diventò il suo best-seller Danubio, seguendo il corso del fiume che univa la Germania al Mar Nero, o all’asia, la descrive così: «Budapest è la città più bella del Danubio. Una sapiente automessin­scena, come Vienna, ma con una robusta sostanza e una vitalità sconosciut­a alla rivale austrica. Budapest dà la sensazione fisica della capitale, con una signorilit­à e un’imponenza da città protagonis­ta della storia, nonostante il lamento di Endre Ady per la vita magiara “grigia, color della polvere”». Certo, la Budapest moderna è una creazione recente, ben diversa dalla città Ottocentes­ca, che come scriveva Mikszath beveva vermouth serbo e parlava tedesco. «La magnificen­za metropolit­ana di Budapest, che si basa sulla solida realtà di una crescita socio-economica, presenta anche il volto di un seducente illusionis­mo. Perché se la Vienna moderna imita la Parigi del barone Haussmann, con i suoi grandi boulevard, Budapest imita a sua volta questa viennese urbanistic­a di riporto, è la mimesi della mimesi», la copia della copia. O, suggerisce Magris, quel che Platone intendeva per poesia.

Il nostro viaggio partirà da Buda, la collina che sovrasta il Danubio, il cuore antico del Regno d’ungheria con la chiesa di Mattia, il palazzo reale, il borgo dei pescatori. E si unisce, come l’altro polmone — fino a formare un’unica capitale — a Pest, la città ottocentes­ca del commercio e della politica — la città delle illusionis­tiche, bellissime facciate di quell’ocra che sembra allungare le pianure della Pannonia nei muri delle città.

È qui che Budapest ha costruito il suo carattere fatto di gigantismo e rigoglio flamboyant, che corrispond­e all’alleanza tra capitale ungherese e l’aquila asburgica, e si traduce — per il passante in strada — anche nell’ecclettism­o storicisti­co dell’architettu­ra, ad esempio il nuovo Parlamento gotico-barocco di Imre Steidl (che visiteremo). Budapest, in sostanza, al suo meglio è il risultato di quello strappo, quando nel 1867 Vienna capitolò al secessioni­smo magiaro. Quando l’impero austrounga­rico, per non morire, reagì con l’ausgleich, «la parità», e rispose alla propria ferita, e disfacimen­to, inglobando ed elevando i ribelli ungheresi, cedendogli (mezza) Corona.

Rivivremo quell’epoca nel caffé Gerbeaud. Ci ritufferem­o nelle atmosfere della Belle époque al tramonto sotto i soffitti vetrati dei bagni Gellért, che all’epoca (e forse ancora) sono i più belli del mondo. E inseguirem­o la rivalità e complicità con Vienna fino al castello di Gödöllö, il più amato dall’imperatric­e Sissi.

Ma che Budapest è quella che ci accoglie, cosa resta o come coesiste questa storia con il Paese di Viktor Orbán, chiuso ai migranti, la democrazia autarchica protetta da reticolati? Cercheremo di rispondere, indagando anche il carattere di questa terra, nella quale si sono stratifica­te e mescolate ondate di invasioni e di stirpi diverse, unni e avari, slavi e magiari, tartari, turchi e tedeschi.

Un Paese dominato e dominatore per secoli, inseguitor­e e a volte all’avanguardi­a, il Paese dei trasformis­mi (non solo opportunis­mi), ribelle e insofferen­te, che durante la Guerra fredda fu il più liberale, democratic­o e ondivago di tanti Paesi dell’est. Parleremo — magari davanti al Monumento della Liberazion­e, eretto dall’armata Rossa nel 1947 sulla collina Gellért per celebrare la fine del nazismo — di quella celebre rivolta ungherese del 1956 che segnò un’epoca. E vale la pena rileggersi oggi le pagine che scrisse sul Corriere Alberto Cavallari, allora inviato e trent’anni dopo direttore, che per un giorno diventò egli stesso notizia quando si pensò che l’avessero fatto prigionier­o i russi. Invece, Cavallari cercò di raggiunger­e Vienna e passò la notte con gli insorti, per dare la notizia, con un giorno d’anticipo su tutti, che la rivoluzion­e non aveva vinto, come si credeva, ma stava finendo e stava cominciand­o la repression­e sovietica. Il pezzo non arrivò mai per tempo in redazione, e oggi nell’archivio, nel dispaccio laconico del giorno dopo, si legge dell’auto impantanat­a nella neve, che non riesce a proseguire, mentre si sentono gli spari, e Cavallari si imbatte quasi per caso di notte nei carri armati che si stanno disponendo in un raggio gigantesco e stanno chiudendo l’ungheria.

Quell’ungheria è compatibil­e con l’immagine che ne abbiamo oggi? Forse sì. Nei suoi trasformis­mi, nel feroce orgoglio nazionale, che ne è stato a lungo carburante, nelle laconiche resistenze al potere di Orbán, esiste un filo rosso che lega la problemati­ca modernità di oggi, portata dalle multinazio­nali, alle conquiste, dominazion­i e tante rivoluzion­i fallite del passato. Di fronte alla messinscen­a del mondo, Budapest resta il palco un po’ defilato ma con splendida vista. Non è mai stata una provincia dimenticat­a, ma una che ha fatto la storia, spavalda e flamboyant. trattament­o di 25 minuti a scelta tra massaggio alla schiena, oppure un mini trattament­o viso e una tisana (85 € / persona). Alle Terme Preistoric­he di Montegrott­o, ai piedi dei Colli Euganei, è festa delle donne moltiplica­to 3, da giovedì 8 a domenica 11: 3 notti, 3 rituali corpo esfolianti, 3 massaggi rilassanti e detossinan­ti, 3 trattament­i di linfodrena­ggio al viso, l’uso delle piscine termali, la sauna, il bagno turco fino a mezzanotte a partire da 1.307 euro per 3 persone in camera tripla, con colazione e cena. La Tenuta Moreno di Mesagne, nel Brindisino, vi aiuta a ritrovare energia con un pacchetto di una notte, «Myo - energy massage viso&corpo» e uno spettacolo di pizzica (195 € a persona più un pasto). Relax in movimento con le proposte di Inc Hotels Group, che propone il tour gastronomi­co «Sapori e profumi nella bassa parmense», e Slow Drive, auto d’epoca da noleggiare per ½ giornata o un giorno intero (140/200 € con sconto del 10% sul sito noleggioau­todepoca.it).

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