Corriere della Sera

Mps, al processo di Milano Deutsche Bank contrattac­ca sul derivato Santorini

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(f.mas.) È rimasta in silenzio per lungo tempo ma ora Deutsche Bank va al contrattac­co sul «derivato Santorini», l’operazione da 2 miliardi di Btp che è al centro del processo per aggiotaggi­o in corso a Milano, assieme all’altra mega-operazione con Nomura, «Alexandria». Imputati sono gli ex vertici di Siena Giuseppe Mussari, Antonio Vigni, Gianluca Baldassarr­i, alcuni top manager di Nomura e Db e le banche. Nel febbraio 2013 il nuovo Mps guidato da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola dichiarò una perdita occulta di oltre mezzo miliardo. Ma chi, e come, calcolò le perdite Alexandria e Santorini? «È stato Mps a stimare il fair value», ha detto giovedì 1 il revisore di Pwc Alessandro Parrini, che preparò un parere per il board di Mps che riscrisse i bilanci, chiamato come testimone dal pm Giordano Baggio. Che cosa fece Price? Incalzato dai legali di Db, Parrini ha spiegato che Pwc ha solo verificato che i numeri usati da Mps per rifare i conti fossero effettivam­ente quelli dei bilanci, senza alcuna analisi sui calcoli. Parrini ha anche riconosciu­to che i vari contratti che compongono Santorini erano giuridicam­ente separati, seppur economicam­ente correlati. È il primo passo della strategia di Db che vuole dimostrare che Santorini fu una scommessa vera, esposta al rischio di variazione dei tassi, non un maquillage nascosto di Mps per coprire perdite. E, in ultima analisi, che poteva essere iscritta «a saldi aperti», dunque non come un derivato.

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