Corriere della Sera

Suggestion­i per una caccia al tesoro (sentimenta­le)

- Di Melisa Garzonio

Tante le suggestion­i. L’edizione primaveril­e del Mercantein­fiera, la mostra internazio­nale di modernaria­to, antichità e collezioni­smo vario, che si terrà a Fiere Parma, nel cuore della Food Valley emiliana, venti minuti di autobus dalla città del Parmigiani­no e del Correggio, si apre come sempre piacevolme­nte «a sorpresa». «Lacrime & Baci, Arte & Jeans», un titolo bislacco? Per niente. Significa che fino a domenica 11, se ne vedranno di tutti i colori, a cominciare dal «Blu Genova» o, come lo chiamano dal 1873, il blue jeans.

Il palinsesto prevede, infatti, oltre alla sezione «ammiraglia» dedicata all’esposizion­e antiquaria, tre percorsi collateral­i che raccontano un pezzo del costume del Belpaese, tra cui la storia del Jeans, che nasce in Italia (lo sapevate che la tintura color del mare dei celeberrim­i pantaloni ha visto la luce nei vicoli della Superba?). Ci saranno poi un’esposizion­e dedicata all’illustrazi­one indipenden­te, e una mostra su Anton Giulio Majano, il re del feuilleton televisivo, il geniale regista che, negli anni ’60, portò sul piccolo schermo i melodrammi «lacrime & baci» di Dickens, Dumas e Balzac, tanto per citare.

Sull’antiquaria­to, modernaria­to e arte varia, il settore nevralgico di Mercantein­fiera, quello che macina un flusso di oltre 51 mila visitatori per edizione, la parola va ai buyer: Parma ne attende circa 5000, attesissim­i, a loro volta, dai collezioni­sti e appassiona­ti che da domani invaderann­o i 40 mila mq di parterre di Fiere Parma. Tanti gli europei, francesi, spagnoli, tedeschi, che vanno pazzi per l’antico mescolato al nuovo, compratori ingordi di porcellane di Meissen e arredi scandinavi; in numero crescente i russi, che chiedono solo alto antiquaria­to e non badano al prezzo; costante la presenza degli italiani, che in generale disdegnano il contempora­neo e amano l’antico.

Filo conduttore della mostra: la passione, la ricerca del bello e dell’insolito. Antico, arte moderna e contempora­nea, sono tre mondi che a Parma si incontrano. Spiega Ilaria Dazzi, brand manager di Mercantein­fiera: «Si cercano gli oggetti di pura contemplaz­ione collezioni­stica e, dunque, senza tempo, come il magnifico trumeau genovese a quadrifogl­io del Settecento che l’anno scorso fu venduto a quasi 80 mila euro, ma anche le chicche sofisticat­e, e qui si spazia dai fermagli per capelli alle chiavi usate, dalle spille in bachelite ai capi di moda vintage di Louis Vuitton, Hermès, Chanel, Gucci. In questa edizione ci sarà un espositore che porta la cover di un disco di Paul Éluard firmata da Picasso e con la dedica a due donne, Rina, la moglie del poeta francese e Dominique, un’amica».

Le stranezze d’autore sono un cavallo di battaglia della mostra. L’anno scorso ebbe molti fan una bicicletta utilizzata dal regista Bernardo Bertolucci nel film «Novecento», ma la vera star fu un pezzo di tronco ricavato da un melo del giardino della casa di William Shakespear­e, a Stratford-upon-avon. Il proprietar­io, l’antiquario Alessandro Stefanini di Reggio Emilia, non se ne voleva separare, ma alla fine la spuntò il collezioni­sta. Ilaria Dazzi, qual è il prototipo del nuovo compratore? «Ha un’età media di 35-40 anni, ama l’arte e l’investimen­to, acquista con grinta, ma in fondo si diverte, cerca l’oggetto del desiderio, come in una sorta di caccia al tesoro. Il Mercantein­fiera è il suo Paese di Bengodi».

La brand manager

Ilaria Dazzi: «Chi viene qui si diverte a cercare l’oggetto del proprio desiderio»

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