Corriere della Sera

Ron: il grande affetto per Dalla in 12 brani scelti d’istinto

- Laura Zangarini

Omaggio

● «Lucio!» è il nuovo progetto discografi­co di Ron dedicato a Lucio Dalla. Contiene alcuni grandi successi di Dalla riarrangia­ti e reinterpre­tati, oltre all’inedito sanremese «Almeno pensami» e a una speciale versione di «Come è profondo il mare»

Dodici canzoni per ricordare un grande artista e un grande amico. Si intitola «Lucio!» il nuovo progetto discografi­co di Ron dedicato a Lucio Dalla. Un album che raccoglie alcuni dei più grandi successi del cantautore scomparso nel 2012, che il cantautore di Dorno, classe ‘53, ha per l’occasione riarrangia­ti e reinterpre­tati con il proprio stile.

Dodici brani «scelti d’istinto» ha spiegato ieri l’artista presentand­o il disco e i due concerti che terrà il 6 maggio a Milano (al Teatro dal Verme) e il 7 a Roma (Auditorium Parco della Musica). «Dopo la sua scomparsa — ha detto — sono voluto rimanere in silenzio. Oggi è arrivato per me il momento di tornare a dedicare un po’ del mio tempo a Lucio e far sentire, con semplicità, quanto gli volessi bene». E l’affetto per l’amico scomparso è il filo rosso che attraversa l’intero progetto. Come ben evidenzia la scelta dei titoli: «Ho costruito la scaletta partendo da “Almeno pensami”, l’ultima opera di Lucio (con cui Ron si è aggiudicat­o il Premio della Critica al Festival di Sanremo), per finire con una delle prime canzoni da lui realizzate, “Com’è profondo il mare”».

La tracklist comprende anche Amici

Ron (oggi 64 anni, vero nome Rosalino Cellamare) con Lucio Dalla (1943 – 2012) grandi «classici» come «4/3/1943», «Tu non mi basti mai», «Piazza Grande» (in duetto con Dalla), «Attenti al lupo, «Futura»: «La produzione di Lucio è talmente vasta che ho voluto provare a farne capire l’evoluzione». Pur essendo «un musicista geniale», Dalla «suonava il pianoforte come poteva suonarlo un bambino, in modo limpido, trasparent­e». Ed è con questo spirito che Ron si è avvicinato all’album, attraversa­to da sonorità libere e di ampio respiro. «Mi sono affidato a pochi strumenti, nelle mani di tre ottimi musicisti: Elio Rivagli alla batteria, Roberto Gallinelli al basso, Giuseppe Barbera al pianoforte».

Per sé ha scelto la chitarra acustica e suoni registrati in presa diretta. Quanto è stato importante Dalla per la sua evoluzione artistica? «Se non ci fosse stato Lucio, non sarei qui. Sapeva guardare lontano: quando capì chi ero, cominciò a lavorare con me. Io ascoltavo la musica della West Coast, lui amava il jazz. Ci siamo scambiati le nostre passioni musicali. In questo credo di essergli stato un po’ utile anch’io».

Domani Dalla avrebbe compiuto 75 anni. «Avere un riferiment­o come Lucio è stata una cosa unica. Mi sono sempre fidato di lui perché non teneva nulla per sé. Era contento quando qualcuno riusciva a farcela. Samuele Bersani, Luca Carboni, gli Stadio... siamo tutti figli suoi».

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