Corriere della Sera

Dalla neve al fango, lo show Strade Bianche

A Siena la classica con 63 km di sterrato, Moscon e Moser contro i big. E un crossista

- M. bon.

Era prevista neve, arriverà l’acqua. La pioggia che ha risparmiat­o le 11 edizioni precedenti potrebbe rendere davvero epica la 12ª Strade Bianche, classica «moderna» del ciclismo, che oggi a Siena schiera un cast d’eccezione. Al via della prova che inaugura la stagione World Tour in Italia, 7 dei primi 8 corridori del ranking mondiale. Il campione uscente Mikal Kwiatkowsk­i (vincitore anche nel 2014), i re delle classiche Sagan, Van Avermaet, Valverde e Gilbert, gli specialist­i dei grandi giri Nibali, Dumoulin, Bardet e Kruijswijk e Moreno Moser, l’unico azzurro ad averla conquistat­a nel 2013, oggi tornato competitiv­o dopo un lungo periodo opaco.

Strade Bianche è il ciclismo nelle sue radici più autentiche: 184 chilometri di cui 63 (suddivisi in 11 tratti) di sterrato sconnesso. Una Roubaix ma sull’ottovolant­e, dove oltre a tenere dritta la bicicletta bisogna fare i conti con pendenze ripide e prolungate. Al via 21 squadre in versione light: soltanto sette corridori a testa. Wild card extra (oltre a quelle assegnate alle italiane Nippo e Androni) per la belga Veranda’s Willems che porta in dote alla gara e allo spettacolo il fenomeno del ciclocross Wout Van Aert. Il punto di svolta della gara (per chi ci arriva in testa) è l’ascesa che conduce al traguardo di piazza del Campo, forse il più scenografi­co del ciclismo mondiale. Due chilometri ripidissim­i (fino al 16 per cento) che diventano anche lastricati al passaggio della Porta di Fontebrand­a, che porta a zigzag verso l’anello del Palio che i ciclisti percorrono nella metà in discesa: non c’è spazio per volate, chi entra primo in piazza vince.

A parte il «pensionato» Cancellara (a lui è dedicato lo sterrato di Monte Sante Marie) al via tutti coloro che sono saliti sul podio nelle ultime cinque edizioni della corsa, salvo Gianluca Brambilla fuori gioco per una brutta polmonite. Kwiatkowsk­i punta al tris riuscito solo a Cancellara («La pioggia? Ben venga. Al mio fianco ci sarà sempre Moscon, se vince lui sarò felice, perché il ciclismo non è fatto solo di ambizione individual­e»), Sagan fa il vago («Ci tengo ma vengo dritto dritto dall’altura, non so come reagirò. Attenzione a Van Aert, un fenomeno»), Moser il sornione: «I big bisogna sorprender­li, se aspetti il finale non li batti mai». In corsa pure le donne. Anche per loro menù da giorno di festa: 136 chilometri con 31 di sterrato. Grande favorita Elisa Longo Borghini che cerca il bis del successo dello scorso anno.

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Foto d’autore Lo scatto di Kwiatkowsk­i,in allenament­o

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