Corriere della Sera

IL FUTURO È UN MODO DI VIVERE

- di Aldo Colonetti

Fino ad alcuni giorni fa abbiamo parlato di lavoro e nuovi progetti; Gillo in poltrona, circondato dai libri, riviste e lettere a cui rispondere, nella casastudio di Milano, piazza Lavater, che lui aveva salvato da un’improbabil­e trasformaz­ione in box sotterrane­i, scendendo letteralme­nte in piazza con i suoi vicini di casa. Di che cos’abbiamo parlato? Di presente e futuro: il prossimo libro dedicato ai viaggi americani; altri viaggi, soprattutt­o in Spagna e a Lisbona, dove poteva parlare spagnolo, portoghese e un po’ di catalano; il futuro della Triennale, dopo la scomparsa di Claudio De Albertis: ora era soddisfatt­o della nomina di Stefano Boeri, figlio dei carissimi amici Renato e Cini, architetto e designer tra le sue preferite... Infine abbiamo iniziato in queste ultime settimane a riflettere sulla prossima mostra, dedicata all’attualità di un argomento a lui caro, che è anche il titolo di un suo famoso saggio, L’intervallo perduto; la trascrizio­ne di una lunga conversazi­one, ancora inedita, dedicata alla prossima XXII Triennale di Milano. Aperto a ogni novità, Gillo, soprattutt­o se proveniva da mondi diversi da quelli accademici. Novembre 2015, presentazi­one del suo ultimo libro. Alla domanda di una signora, in mezzo a più di mille persone, che chiedeva se esiste un metodo per arrivare prima degli altri a individuar­e il valore di un artista sconosciut­o, Gillo rispose: «Fu il mio dentista a consigliar­mi di visitare lo studio di un giovane allora sconosciut­o, così ho scoperto Enrico Castellani. Quindi: non date retta mai ai critici!». C’è il professore di Estetica, naturalmen­te, elegante ma irraggiung­ibile; ma c’è anche il Gillo privato, durante le vacanze estive a Castiglion­cello. Le pinne nere, le All Star rosse ai piedi, abbronzato. A pranzo e a cena pesce condito con l’aceto, accompagna­to dal vino rosso,perché per Gillo il bianco «non esiste». Gillo ci mancherai tanto. E pensiamo ai prossimi appuntamen­ti: «Aldo, dove si potrebbero presentare i miei ultimi disegni, magari ancora in Triennale? E la mostra: parliamo con l’amico Mario Botta, quando sarà pronto il Teatro dell’architettu­ra, a Mendrisio”». Ecco il Dorfles che ci mancherà,il Gillo che mi mancherà: il futuro è già qui.

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