La cautela di Berlusconi: ho fatto ciò che potevo per fermare i populisti
La giornata del leader ad Arcore e primi commenti agli exit poll
Berlusconi: «Ho fatto tutto quello che potevo, il mio obiettivo è stato dall’inizio quello di fermare l’onda populista e quella dell’antipolitica del M5S».
Per fermare l’avanzata della «setta dei cinquestelle, guidata da un comico» il leader azzurro nell’ultimo mese non ha risparmiato al suo corpo di 81enne le fatiche di trasmissioni televisive e radiofoniche che si susseguivano l’una dopo l’altra, per poi registrare messaggi e concedere interviste ad ogni giornale possibile. Un’unica pausa di una settimana, forzata, ha dovuto concedersela perché fermato dai medici preoccupati dall’eccessivo stress, da sbalzi pressori pericolosi. Lui ha obbedito, ma poi è ripartito per il suo tour mediatico a tappeto, sempre con le sue cartelline in mano, sempre con le parole d’ordine che aveva ideato per la sfida più difficile, flat tax, più sicurezza, sburocratizzazione, pensioni minime a 1000 euro, in un crescendo di promesse con alla base la rassicurazione: «Sarò io a garantire per la coalizione, io a fare da regista».
Nelle ultime due settimane ha giocato l’ultima carta, quella di un candidato premier moderato, affidabile, autorevole: Antonio Tajani. Con suspence finale, visto che il presidente del Parlamento europeo ha sciolto la riserva dando il suo sì solo giovedì scorso. Doveva essere l’arma per aumentare il margine di voti rispetto a Salvini, alleatoavversario, quella per convincere i tanti indecisi che sono invece rimasti a casa. E per evitare che i riflettori si accendessero sul leader leghista, la carta Tajani è stata contrapposta alla manifestazione unitaria che ha sempre avversato, per non mescolare le sue parole d’ordine, e il suo volto da incandidabile, a quello di Salvini e Meloni.
E invece sembra che la mossa non abbia provocato sconquassi interni, se è vero che i primi exit poll danno comunque vicinissime le due forze. Chiaro che attorno a questo dato ruota forse il futuro della legislatura. Se il leader leghista avesse davvero operato il sorpasso, si scompaginerebbe non solo il piano A di Berlusconi — fare da regista a un governo di centrodestra guidato dal moderato Tajani — ma anche i vari piani B, che partivano tutti dalla sua leadership della coalizione. Tanto più se il vantaggio eventuale della Lega nel proporzionale fosse amplificato dalla vittoria nei collegi unitari al Nord, a fronte del risultato non ottimale degli azzurri a Sud e dell’exploit al Meridione del M5S, che ha colpito anche i centristi. Per questo non arriva nella notte il commento ufficiale dell’ex premier. Ogni voto conta, e sbagliare calcoli e parole non è concesso.
La raccomandazione Il leader raccomanda ai suoi: possiamo fare tutte le valutazioni soltanto con i dati veri