Quanto conta l’ incertezza La tenuta dello spread, ma la Borsa resterà volatile Il test degli investitori esteri
Nelle ultime due settimane, per la prima volta da agosto, il rendimento dei titoli di Stato italiani a dieci anni era sceso sotto il 2%. Nell’ultimo mese il rischio del debito pubblico era calato di 15 punti rispetto a quello spagnolo, benché in Italia si avvicinassero elezioni incerte e in Catalogna la crisi fosse congelata. E dall’inizio dell’anno il Ftse-mib, il principale indice di Milano, restava positivo mentre l’eurostoxx dei primi 50 grandi nomi europei aveva perso il 4,7%.
Gli investitori internazionali si sono avvicinati alla giornata elettorale di ieri a fari spenti. Da stamattina quei fari potrebbero riaccendersi di una luce intensa. L’affermazione di forze che fino a un passato recente hanno messo in discussione l’euro difficilmente può rassicurare chi ha il proprio denaro nel Paese. Alcuni investitori hanno preso nota che quei partiti hanno l’appoggio di metà degli elettori proprio ora che gli altri governi europei, con il sì dei socialdemocratici alla grande coalizione tedesca, si avviano a ridisegnare l’architettura dell’unione monetaria. Nel frattempo è già partita la trattativa con Bruxelles per provare a evitare la richiesta di una manovra correttiva sul 2018, malgrado un governo uscente più debole che mai.
È un’italia stretta in questa morsa a tre punte quella che molti osservatori, in Europa e nel resto del mondo, vedono da stamattina. Osserva Erik Nielsen, capoeconomista (danese) Unicredit, che ha scelto Berlino come punto di osservazione privilegiato: «Queste elezioni avrebbero potuto dare all’italia un’occasione unica per formare un nuovo governo con un mandato forte e chiaro, per contribuire a dare forma alla struttura della futura architettura europea». In effetti il primo appuntamento sarà già al vertice europeo del 22 e 23 marzo a Bruxelles. Ma continua Nielsen: «Purtroppo dai primi segnali sembra che gli elettori abbiano dato vita a un parlamento troppo diviso per poter dare al governo italiano quel mandato forte e chiaro». Anche Pierpaolo Barbieri, l’analista italo-argentino partner di Niall Ferguson nel gabinetto newyorkese di consulenza Greenmantle, è scettico sul ruolo dell’italia nei negoziati sul futuro dell’euro che stanno per aprirsi. Soprattutto se ora si aprisse una lunga transizione in cerca di una plausibile maggioranza a Roma. «Se mancasse un governo eletto proprio quando si sta riscrivendo la struttura dell’area euro l’italia rischierebbe di perdere influenza», avverte Barbieri. Secondo lui anche gli investitori inizieranno a osservare il Paese con più circospezione di prima. «I mercati vorrebbero vedere dei progressi in direzione di un governo stabile e con una voce forte nei colloqui fra francesi e tedeschi sull’unione monetaria — aggiunge Barbieri —. La ripresa italiana è robusta, ma una crisi politica non la aiuterebbe».
Certo l’esperienza del referendum costituzionale, che non ha interrotto la fase positiva dell’economia malgrado la bocciatura subita dal governo, aiuta alcuni osservatori a guardare ai prossimi mesi con uno spirito di apertura. Laurence Boone, capoeconomista del grande assicuratore francese Axa ed ex consigliera economica dell’eliseo con François Hollande, non è negativa a priori. «La crescita in Italia è tornata, i tassi sono bassi e la Banca centrale europea non ritirerà il suo sostegno a breve, il governo ha un avanzo di bilancio prima di pagare gli interessi e le banche stanno riducendo i crediti deteriorati», sottolinea Boone. Per lei, lo stallo politico in Spagna e in Germania dopo le elezioni indica che anche con l’italia i mercati potrebbero dimostrarsi pazienti. «Poi però, prime delle europee del 2019, avremo bisogno di un governo che dia il suo contributo positivo, come ha saputo fare anche di recente. A maggior ragione perché lo sguardo di Berlino sul vostro Paese sarà serio e severo». Nessuno invece vuole parlare della domanda che, a microfoni spenti, molti investitori esteri si stanno ponendo in queste ore: ma la Lega potrebbe allearsi con i Cinque Stelle?