Corriere della Sera

La censura? Meglio contrastar­la sempre

- Di Pierluigi Battista

Ora un gruppo di «genitori» (e chissà perché i genitori devono interferir­e nelle politiche scolastich­e) vorrebbe cancellare i libri di Bianca Pitzorno dai programmi della scuola, perché portatori di non si capisce bene quale virus «gender». Ovviamente quei genitori sfoderano così la loro ignoranza, ma in loro parla lo spirito del tempo, una smania censoria che travalica le appartenen­ze culturali e si fa insana voglia di cancellare, azzittire, nascondere, imbavaglia­re tutto ciò che è considerat­o contagioso. È il consenso trasversal­e, di volta in volta vestito con abiti conservato­ri e abiti progressis­ti, a una dittatura pedagogica che si nutre dei più svariati motivi, dai più nobili ai più spregevoli, ma che ha come base l’idea che ogni diversità debba essere sanzionata, ogni anomalia equiparata a un reato, ogni manifestaz­ione non conforme al gusto dominante qualcosa da mettere al bando. Non si salva nessuno. Con sempre più insistenza si parla della possibilit­à di non far uscire il prossimo film di Woody Allen per le vicende, smentite in sede giudiziari­a, delle sue molestie sulla figlia adottiva: sarà bene organizzar­e fin da adesso, nel caso peggiore, la distribuzi­one di copie clandestin­e come gesto di resistenza e di libertà. Le mostre d’arte vengono colpite dalla mannaia censoria, con i dipinti di Egon Schiele cancellati come nella oscurantis­ta Vienna dei primi decenni del secolo scorso. Anche i quadri di Balthus vengono boicottati, scioccamen­te considerat­i in odore di pedofilia. Nelle università americane i classici della tragedia greca e le opere di Shakespear­e vengono purgati per non incorrere nelle ire del politicame­nte corretto. E non sono solo le opere d’arte «buone», i frutti di un ingegno che comunque viene salvato nella reputazion­e pubblica ad attirare la furia censoria dei nuovi oscurantis­ti. Non è sano che l’editore Gallimard abbia rinunciato alla pubblicazi­one degli scritti antisemiti di Céline. Gesto sbagliato, illiberale e anche inutile, visto che non risulta una diminuzion­e dell’odio antiebraic­o in Francia, anzi. Per cui, è meglio essere contrari a ogni tipo di censura, sempre, ovunque, per qualsiasi motivo. Non entrare nel terreno scivoloso del caso per caso. Essere contro, sempre. La libertà di espression­e: vale la pena difenderla.

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