Napoli, la finta resa Anche Sarri ci crede Si punta tutto sullo scontro diretto
NAPOLI Il Napoli che punta allo scudetto in maniera concreta, suffragata da prestazioni e risultati e galvanizzata da record di vittorie e di punti, è la stessa squadra che mantiene fede a un patto siglato a inizio stagione dai giocatori. In forza del quale sabato sera dopo la sconfitta contro la Roma, la più sonora della gestione Sarri in campionato, nello spogliatoio si è levato l’urlo di orgoglio e di coraggio: «Non molliamo, andiamo a vincere a Torino».
La squadra continua a stare sul pezzo, sarebbe controproducente lasciarsi travolgere dalla depressione a undici giornate dalla fine, e punta tutto il piatto sullo scontro diretto con la Juventus del 22 aprile allo Stadium.
Ciò che accade dentro, però, non sempre filtra fuori. Soprattutto se l’ordine di scuderia del comandante Sarri è quello di gettare acqua sul fuoco. E, allora, a telecamere accese, la strategia di comunicazione resta quella di sempre, contro ogni patto di cui ovviamente l’allenatore è il primo firmatario. «Lo scudetto è della Juventus, noi abbiamo soltanto dato fastidio e mi auguro che continueremo a farlo», ha detto Sarri nella serata più difficile da commentare, dopo una sconfitta pesante e con la rabbia dentro di chi tratta lo sport come scienza, come matematica applicata al calcio. E fa fatica a mandar giù quattro gol subiti dalla Roma su otto tocchi in area di rigore.
Questa pero è un’altra storia, che il comandante di ferro approfondirà con i suoi giocatori oggi pomeriggio nel chiuso della sala video del centro sportivo di Castel Volturno. I toni saranno alti, perentori. Semmai anche coloriti. Altro che resa-scudetto. Sarri è un maestro di calcio, non un campione di comunicazione (per la verità, neanche ci tiene particolarmente a esserlo) e probabilmente le dichiarazioni del post Roma sono l’espressione più alta del suo sapersi sdoppiare, mimetizzato pubblicamente, convinto di potercela fare nel segreto dello spogliatoio..
Non sarebbe stato credibile immaginare l’uomo in tuta che fa del calcio una missione mentre tranquillizza i suoi giocatori dicendo loro che lo scudetto è roba per altri. Sarri proverà fino all’ultimo secondo a conquistare il terzo trofeo della storia del Napoli, ma non si cura dell’immagine e resta refrattario alle pressioni. Quelle della tifoseria e quelle degli addetti ai lavori, ai quali in questa fase deve bastare il gioco bello e spumeggiante. Il paragone con l’olanda? È strategico per Sarri, anche se suscita critiche e polemiche.
Nulla è perduto, lui è il primo a saperlo. Pur consapevole che l’indice di difficoltà si alza con l’assottigliarsi del numero di partite da giocare. Meglio stupire che deludere, però. Il «doppio» Sarri non cerca più alibi e non dice che il gol di Dybala ha creato pressione sulla sua squadra pronta a giocare con la Roma. Ma anche qui si fa molta fatica a credergli.