La F1 gioca ancora a nascondino Vettel, giro record senza dare tutto
Seb dimostra che la Ferrari c’è, la Mercedes sotto traccia, tutti temono la Red Bull
Una firma sull’asfalto, l’ultimo autografo «amichevole» prima di lasciare il volante all’amico Kimi Raikkonen per l’ultima tranche di collaudi oggi. Lo riprenderà a Melbourne a quando le maschere finalmente cadranno e il Carnevale della F1 avrà inizio. Sebastian Vettel alimenta con il cronometro la guerra psicologica che logora la snervante routine dei test. Alla sicurezza di Hamilton che già pregusta il quinto alloro, alle voci del ritorno della Red Bull, la Ferrari risponde presente.
Tre Gp completati (188 giri) e quell’1’17”182 con cui ieri Seb ha demolito il record della pista al Montmelò utilizzando le gomme Hypersoft, le più veloci di tutti, dicono molto sul carattere dell’ultima nata a Maranello. Ma non tutto, perché il tedesco oltre a marciare abbastanza carico di benzina ha alzato il piede in diversi punti. Avvicinarsi al limite senza scoprirlo.
Nel giorno in cui sbocciano la primavera catalana e la Rossa, la Mercedes resta sotto le coperte ma pare sempre favorita. Sia Lewis sia lo scudiero Valtteri Bottas marciano con mescole di marmo (le medie) snobbando la classifica dei tempi per mettere alla frusta la «diva» W09 e cercare di correggere definitivamente alcuni suoi vecchi vizi, come la tendenza a mangiarsi troppo in fretta gli pneumatici su alcuni circuiti. E i bibitari, con Max Verstappen addirittura penultimo, li hanno imitati. Un altro confronto diretto rimandato, un altro indizio di un copione con tre protagonisti. Dove ognuno fa a gara a scaricare la tensione sull’altro. Helmut Marko: «Siamo da titolo, bisogna capire se lo sarà anche il motore Renault». James Allison, ex d.t. a Maranello passato dall’altra parte della barricata, alla Mercedes: «Temo soprattutto la Red Bull». E Sebastian? «È solo un tempo, buono, ma non vale niente di più».
E però la fiducia si legge da piccoli segnali che un pilota coglie al volo: «Comprendiamo meglio la macchina, il bilancio è positivo. Sono felice di aver percorso una marea di giri senza problemi e del feeling di guida che è migliorato chilometro dopo chilometro. Ma il lavoro da completare è ancora tanto e non è tempo di verdetti». Il titolo di campione d’inverno non conta nulla, chi ha vinto quattro Mondiali lo sa bene.
Prudenza Rossa
Il tedesco vola basso : «È solo un tempo, buono, ma non vale niente di più»