«Grazie Luisa, moglie e maestra per 40 anni»
Cara maestra (hai insegnato per 40 anni alla scuola elementare) Luisa, è passato un anno da quell’8 marzo 2017, per noi infausto. Entrata in sala rianimazione, alle 5.50, alle 6.30 mi viene segnalato che sei molto grave. Alle 7.30 circa l’équipe che ti assisteva mi comunica che sei mancata: era sopravvenuto un infarto. Non ci credevo, non mi sembrava possibile che te ne fossi andata così in modo repentino, ma mi sono dovuto rassegnare quando ti hanno portata nella saletta, sul lettino, fredda e immobile, in attesa delle formalità burocratiche. Hai lasciato un profondo vuoto nella nostra casa; io non riesco ancora a rassegnarmi. A volte, mentre svolgo le faccende domestiche o quando vado a fare la spesa, dove andavamo insieme, mi sembra di vederti alle mie spalle che guardi che cosa faccio; ma poi mi giro e tu non ci sei. A volte piango: oltre 40 anni di matrimonio non si possono cancellare. Penso che con la tua scomparsa tu abbia pagato per tutte le preoccupazioni che si sono avvicendate negli ultimi tempi: la disoccupazione di nostra figlia Marta e i miei problemi di salute hanno aggravato la tua condizione già precaria. In certi momenti, durante il giorno, i nipotini Iacopo e Alessio mi tolgono il pensiero ma poi, quando salgono a casa loro tutto torna come prima. Grazie per quello che ci hai insegnato e quanto hai fatto per noi.