Il patto della fabbrica e i contratti Spunta il Tem, trattamento minimo
Rappresentanza e livelli di negoziazione, che cosa cambia per dipendenti e imprese
La vera sfida comincia adesso. Con la ricerca di un accordo sulla misurazione della rappresentanza delle associazioni delle imprese. Perché è a questo che apre la strada l’intesa firmata ieri da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil sul modello della contrattazione collettiva. E qualche idea su come procedere c’è già.
Ma andiamo con ordine. Riassumendo i principali contenuti. Uno. Il contratto collettivo nazionale «individuerà i minimi tabellari» intesi come Tem, trattamento economico minimo. Due. Gli aumenti saranno dati in base all’indice Ipca dei prezzi al consumo depurati dalla dinamica dei beni energetici importati. Tre. I contratti individueranno un trattamento economico complessivo che sarà costituito dal Tem più tutti i trattamenti economici comuni a tutti i lavoratori del settore. Da notare: l’accordo segnala che anche le forme di welfare fanno parte del trattamento economico complessivo.
Non si specifica se l’inflazione debba essere pagata ex post (come i metalmeccanici) o ex ante, in base a stime (come i chimici). Non si precisa la durata dei contratti. In sostanza, molta libertà è lasciata alle categorie. Che in verità la libertà se l’erano già presa nell’ultima tornata contrattuale.
Ieri a Roma hanno firmato l’intesa il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Ma a lavorare dietro le quinte per un anno e mezzo all’intesa sono stati il vicepresidente di Viale Dell’astronomia Maurizio Stirpe insieme con Franco Martini, Gigi Petteni e Tiziana Bocchi, segretari rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil.
Si diceva dell’avvio di un percorso per misurare la rappresentanza delle associazioni datoriali. Non sarà una passeggiata, come insegna l’intesa sulla rappresentanza dei sindacati, congelata dal gennaio 2014. Ma alcuni contatti informali sono partiti. L’accordo sarà presentato al Cnel. E proprio il Cnel guidato da Tiziano Treu potrebbe diventare un punto di riferimento visto che vi sono rappresentate tutte le associazioni. Nel merito, un altro punto di partenza potrebbe essere la modalità con cui le associazioni delle imprese «pesano» la loro rappresentanza per arrivare a eleggere presidenza e giunta delle camere di commercio. Qui contano numero delle imprese associate, numero dei dipendenti complessivi, monte stipendi pagati e contributo al valore aggiunto del territorio.
Di certo, sul piano politico, con la firma di ieri Confindustria e Cgil, Cisl e Uil hanno ha mandato un messaggio ai partiti: «Chiunque governerà domani, noi saremo qui».