Corriere della Sera

Dibba sarà tutor dei nuovi eletti: così ci si comporta in Parlamento

- di Emanuele Buzzi

MILANO L’attenzione mediatica venerdì a Roma era tutta per le nuove leve del Movimento, ma in realtà la pressione forte, costante negli ultimi giorni è per «i vecchi» (come qualcuno già li bolla), i deputati e senatori al secondo mandato. «Responsabi­lizzare chi entra in Parlamento» è il concetto chiave, il loro compito nei prossimi mesi. E in effetti all’hotel Parco dei Principi — dove si è tenuto il primo incontro dei gruppi pentastell­ati — sono già state spiegate alcune nozioni base (a partire dalla scelta dei collaborat­ori). Ma quando i circa 250 neoparlame­ntari sbarcheran­no stabilment­e a Roma verranno «affiancati». I «vecchi» faranno da coach, da tutor per i neoeletti: per loro è previsto — a quanto si apprende — un mini-orientamen­to su tempi, ruoli e coordinate del Parlamento. E, molto probabilme­nte, anche delle «indicazion­i» sull’uso dei social network. «Si tratta di un passaggio naturale», dicono nel Movimento e spiegano come sia «doveroso, non solo utile, condivider­e l’esperienza accumulata in cinque anni».

A sorpresa, tra i tutor ce ne sarebbe uno d’eccezione: Alessandro Di Battista. L’esponente pentastell­ato partirà per il suo viaggio lungo la dorsale del Pacifico — da San Francisco fino al Sud America — solo a giugno e fino ad allora, un suo ruolo all’interno del gruppo Cinque Stelle viene dato per scontato. L’ipotesi che Di Battista sia annoverato tra i «coach» è — dicono nel Movimento — «l’occasione migliore per spiegare come comunicare al meglio i nostri concetti». Una sorta di attestato di stima interno, quindi.

Intanto, nel gruppo Cinque Stelle prosegue anche il dibattito per scegliere i nomi da indicare per la presidenza delle Camere. E il Movimento, in questo caso, potrebbe adottare «la strategia del camaleonte», ossia adattare le proprie carte a seconda della partita che i Cinque Stelle si troveranno a giocare a ridosso dell’elezione, convinti che difficilme­nte si uscirà dallo stallo in tempi rapidi. Ecco allora la possibilit­à di ampliare le rose per Camera e Senato. A Montecitor­io rimangono sempre Emilio Carelli e Roberto Fico i più accreditat­i ma si studiano anche alternativ­e. Il volto da proporre potrebbe essere quello di Fabiana Dadone, in prima linea su battaglie al femminile. Per Palazzo Madama, invece, Vito Crimi consolida la sua candidatur­a. A ridosso del senatore bresciano, però, rimangono valide le opzioni come Paola Taverna o l’ex questore Laura Bottici. Sul tavolo spuntano anche altre opzioni come Nicola Morra — accreditat­o tra i pentastell­ati di appeal istituzion­ale — e Gianluigi Paragone (nome che potrebbe trovare il consenso del centrodest­ra).

«Adesso ognuno deve fare la sua parte, l’aspettativ­a è grande, ognuno ha una propria responsabi­lità e tutti noi sappiamo che questo è un lavoro collettivo», ribadisce a un evento a Napoli Roberto Fico.

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