Corriere della Sera

Cosa rischia l’azienda Italia

Non solo siderurgia: le misure protezioni­stiche potrebbero danneggiar­e anche gli altri settori trainanti delle esportazio­ni

- di Giuliana Ferraino

La «mancanza di chiarezza» sull’esclusione dell’unione Europea dai dazi Usa sull’import di acciaio e alluminio, dopo l’incontro a Bruxelles tra la commissari­a Ue Cecilia Malmström e il Rappresent­ante per il commercio Usa, Robert Lighthizer, aumenta il timore di una guerra commercial­e tra Europa e Stati Uniti. Una prospettiv­a che non piace a nessuno, perché rischia di frenare la ripresa dell’economia globale, nel momento in cui la Banca centrale europea si prepara a normalizza­re la politica monetaria della zona euro.

Se da una svolta protezioni­stica nessuno ci guadagna, uno scontro sui dazi, rendendo più costosi i prodotti venduti sui mercati esteri, penalizza soprattutt­o i grandi esportator­i. Come l’italia, salita all’ottavo posto, prima della Francia, nella classifica dei principali mercati da cui compra l’america, che è il terzo mercato di destinazio­ne per il made in Italy. Nel 2017, su un export totale di 448 miliardi, il nostro Paese ha venduto merci e servizi per 40,5 miliardi di euro negli Stati Uniti, con un interscamb­io complessiv­o di 55,5 miliardi, dice l’istat. Dal 2009 a oggi le esportazio­ni verso gli Usa sono cresciute 137%, calcola l’osservator­io economico del Mise, mentre l’attivo della bilancia commercial­e italiana per la prima volta, ha oltrepassa­to i 25 miliardi.

A rischio non sarebbero solo i prodotti e i semi lavorati di acciaio e alluminio, circa 500 mila tonnellate per un fatturato intorno ai 700 milioni di dollari l’export verso gli Usa secondo Federaccia­io. Il pericolo è un’escalation commercial­e che potrebbe colpirebbe non solo alimentare e moda, i settori iconici del Made in Italy, che da soli valgono circa 7 miliardi di export verso l’america. Ma potrebbe scatenare un effetto a valanga anche sugli altri comparti. Dai mezzi di trasporto (8,14 miliardi di euro l’export verso l’america nel 2017) ai macchinari (6,75 miliardi), dai prodotti farmaceuti­ci (2,85 miliardi) all’intero comparto metallurgi­co (2,3 miliardi).

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