Corriere della Sera

Fnm, la svolta della mobilità Un polo di trasporti per il Nord

Gibelli, presidente della holding di Trenord: con i bus arriviamo fino a casa

- di Rita Querzè

Da azienda lombarda a pivot dei trasporti del Nord. Pensa in grande Fnm, Ferrovie Nord Milano, la holding dei trasporti controllat­a dalla Regione Lombardia (con il 57,7%) e con una partecipaz­ione importante di Ferrovie dello Stato (14,5%). Nello stesso tempo il presidente e amministra­tore delegato, Andrea Gibelli, 50 anni, non dimentica il suo core business, migliorare la vita dei pendolari lombardi: «Nei prossimi anni concentrer­emo le nostre forze sulla qualità del servizio in Lombardia».

Come?

«Sostituire­mo i treni ereditati da Trenitalia».

Prego?

«Purtroppo abbiamo ancora tra 80 e 100 treni vecchi, età media 30 anni, che ci sono stati conferiti da Ferrovie nel 2011. Fs non ci ha dato altro. E non ha contribuit­o all’acquisto dei 45 treni nuovi che abbiamo messo in rete negli ultimi tre anni».

Se i lombardi viaggiano male con Trenord è colpa di Fs?

«I due soci avrebbero dovuto investire in maniera paritaria. Comunque ora sono partite tre gare per l’acquisto di 161 nuovi treni. Il tutto con un impegno straordina­rio di Regione Lombardia che ha garantito 1,6 miliardi di euro. Le forniture dovranno concluders­i entro il 2025».

Da leghista lombardo ce l’ha con la romana Trenitalia?

«No guardi, le idee non c’entrano niente. Contano i fatti. E comunque qui parlo da manager, da tempo non Andrea Gibelli, 50 anni, è presidente del gruppo Fnm, la holding cui fa capo Trenord. Al 2017 risale l’ipotesi di fusione Trenord con Atm, poi tramontata. Sulla partita è aperta un’indagine della Procura per aggiotaggi­o ho più un ruolo politico».

Dicevamo delle forniture dei nuovi treni. A che punto sono le gare?

«So che le aziende interessat­e hanno fatto un passo avanti. Ma non so altro. C’è una commission­e preposta a questo. Posso solo assicurare che tutto si sta svolgendo nei tempi previsti».

Fnm non pensa solo ai treni. Nel 2017 avete acquisito il 50% di Atv, l’azienda del trasporto locale di Verona. Perché il trasporto locale?

«Perché vince chi accompagna il viaggiator­e fino a casa. Mi spiego meglio: il nostro obiettivo è dare proposte di viaggio integrate, dalla partenza all’arrivo».

Quindi treno più autobus. In questa politica si inserisce anche lo sviluppo della vostra compagnia di car sharing E-vai? Dalla semestrale però risulta che la gestione per ora è in perdita.

«L’80% dei lombardi ha una stazione lontana non più di 5 km da casa. Ecco il senso del car sharing. E-vai poi è l’unica società di questo tipo in Lombardia che ha solo auto elettriche. E che non opera in un contesto urbano ma in centri più piccoli. Le auto infatti sono reperibili nelle stazioni. E noi in quelle stazioni portiamo ogni giorno 740 mila persone. I primi indicatori ci dicono che la proposta comincia a essere compresa dalla Pubblica amministra­zione e da alcune grandi aziende».

Nel senso che con Pa e aziende avete stretto accordi per l’utilizzo del car sharing?

«Esatto».

Perché allargarsi in Veneto? Dopo aver rinunciato alla fusione con Atm, dal primo gennaio Fnm ha acquisito anche il 51% di La Linea, società veneta del trasporto pubblico su gomma.

«L’asse Milano-verona va considerat­o un’area unica. I nostri treni arrivano fino a Verona. Si tratta di un’area interessan­te dove i servizi di trasporto per il turismo sono

L’approdo in Veneto

Vince chi accompagna il viaggiator­e a destinazio­ne con proposte di viaggio integrate: così si spiega l’acquisizio­ne del 50% dell’atv di Verona

stati trascurati. Noi vogliamo colmare questa lacuna».

In Liguria avete acquisito il 49% di Fuorimuro, per 1,3 milioni di euro. La società svolge il servizio di manovra ferroviari­a all’interno del porto di Genova. Vi interessa anche il trasporto merci?

«Ci interessa eccome. Soprattutt­o da quando si è aperta la via del Gottardo ed è stato raddoppiat­o il canale di Suez. Le merci che partono dall’asia dirette al centro dell’europa oggi viaggiano via nave fino a Rotterdam. Invece potrebbero arrivare con 5-6 giorni di anticipo sbarcando a Genova e continuand­o in treno. Noi vogliamo aprire questa seconda strada».

Fuorimuro ha firmato un accordo con il terminal intermodal­e e il polo logistico di Mortara.

«Siamo pronti a individuar­e degli interporti a secco, i cosiddetti dry ports, da cui transitera­nno le merci».

A gennaio Trenord ha dovuto far fronte all’incidente ferroviari­o di Pioltello.

«Del servizio si occupa la nostra partecipat­a Trenord, noi ci limitiamo a fare da finanziato­re. È una vicenda drammatica».

Le azioni di Fnm sono cresciute del 18,2% nell’ultimo anno.

«Il mercato ha capito il nostro piano industrial­e che indica la rotta del gruppo fino al 2020».

Nel 2017 Fnm ha registrato un utile di 17,574 milioni di euro, più 15,81% rispetto al 2016. Come si prospetta il bilancio 2017?

«Presentere­mo i conti tra un paio di mesi. Non sono posso dire altro».

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