Il Sei Nazioni all’irlanda L’italia in Galles per giocarsi un po’ di futuro
Penultima tappa, oggi a Cardiff, della marcia d’avvicinamento al Cucchiaio di legno più annunciato degli ultimi anni. L’italia affronta alle 16 il Galles, che ha cambiato 10 giocatori rispetto all’ultima partita, ma non sarà per questo meno tenero. Rientrano infatti tre Lions e all’apertura giocherà Gareth Anscombe, campione del mondo Under 20 con la Nuova Zelanda e finalmente proprietario della maglia numero 10 che la maggioranza dei suoi nuovi connazionali gli avrebbe consegnato più di un anno fa. Qualsiasi persona dotata di buon senso sa che, salvo miracoli, gli azzurri subiranno la sconfitta numero 16, migliorando (?) il record negativo appena stabilito a Marsiglia con la Francia (che ieri ha battuto l’inghilterra, consegnando all’irlanda la vittoria nel Torneo). Dal 2015 non si vince una partita, ma la convinzione del c.t. Conor O’shea, del capitano Sergio Parisse e di qualsiasi altro azzurro è che, nonostante le apparenze, si stia marciando nella direzione giusta. Fin dal giorno dell’ingaggio, O’shea ripete che per costruire una squadra tosta servono 3 anni. Siamo al secondo. Per ora hanno iniziato a vincere un po’ di partite Treviso e Zebre. Ogni tanto capita di vincere all’under 20 (venerdì in Galles, per la prima volta). Ma il Torneo è un’altra cosa. Se poi non dovessero bastare nemmeno i tre anni, nel 2024 potrebbero anche farci fuori dal Sei Nazioni. È difficile, non impossibile. E comunque non dipenderà da noi.