Corriere della Sera

NESSUNO VUOLE DAVVERO ANDARE AL GOVERNO

- Dino Poggi dino.poggi@alice.it

Caro Aldo,

«Il potere logora chi non ce l’ha», diceva Andreotti. Ma allora era più facile avere consensi e mantenere il potere: con le baby pensioni, i miliardi della Cassa del Mezzogiorn­o, i tanti enti, dallo Stato centrale fino ai Comuni. Il tutto con un debito sempre più alto e spalmato sulle future generazion­i. Chi governa oggi, di qualunque schieramen­to, sa che governare non porta voti. Deve dire e fare cose impopolari come, per esempio: i più giovani vedranno la pensione col cannocchia­le. Chi era all’opposizion­e e ha vinto il 4 marzo propone di abolire la legge Fornero o dare improbabil­i redditi di cittadinan­za. Anche loro si renderanno conto ben presto che oggi il potere, invece, logora chi ce l’ha.

Caro Dino,

In effetti il balletto di questi giorni fa pensare che nessuno voglia andare davvero al governo. Il Pd ne ha avuto abbastanza, e gli elettori pure. Grillo è contrario a qualsiasi accordo. Di Maio lo farebbe volentieri; ma i Cinque Stelle hanno sempre avuto il Pd come nemico principale; offrire un’intesa adesso è come minimo prematuro. Salvini non può pretendere che la sinistra lo porti a Palazzo Chigi; l’unico modo per far partire un governo di centrodest­ra sarebbe indicare un premier più moderato di lui (il che non è difficile); ma Salvini rifiuta, così come ovviamente non vuol fare il vice di Di Maio. È insomma una corsa a tirarsi indietro. Più una fuga che un’avanzata.

C’è una sola paura più forte di quella di andare al governo: tornare a casa. I parlamenta­ri che hanno appena conquistat­o il seggio faranno di tutto per tenerselo. In particolar­e il Pd ha assoluta necessità di evitare nuove elezioni, che diventereb­bero un ballottagg­io tra i vincitori del 4 marzo, Lega e Cinque Stelle. Qualcosa si inventeran­no. È vero che parte del voto grillino viene da sinistra; ma nella cultura politica del Pd c’è semmai la collaboraz­ione con Berlusconi, con il quale la sinistra è stata in maggioranz­a sia ai tempi di Monti che a quelli di Enrico Letta. Ora però il capo della destra è appunto Salvini, e tutto diventa più difficile. Inoltre un arrocco governativ­o che escludesse i Cinque Stelle sarebbe per loro un formidabil­e assist elettorale. Vede quindi caro Dino che, come dice lei, chiunque vada a Palazzo Chigi rischia di smarrirsi in fretta. Governare non conviene. La fiducia nei leader dura pochi mesi. E aver creato aspettativ­e impossibil­i, tipo la flat tax al 15% e il reddito di cittadinan­za, non aiuta.

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