Corriere della Sera

L’ex spia avvelenata May avverte Mosca

La premier britannica: spiegazion­i per la morte dell’agente o provvedime­nti

- di Luigi Ippolito

La premier inglese Theresa May, in un drammatico discorso, ha accusato il Cremlino di avere responsabi­lità dirette per l’avvelename­nto dell’ex spia Sergej Skripal a Salisbury: «O Mosca darà una spiegazion­e entro mezzanotte o scatterà la rappresagl­ia».

LONDRA La Russia è colpevole. E ne subirà le conseguenz­e. In un drammatico discorso di fronte al Parlamento di Westminste­r, ascoltato nel silenzio dell’aula, Theresa May ha accusato il Cremlino di essere dietro l’avvelename­nto dell’ex spia Sergej Skripal a Salisbury. E ha lanciato un ultimatum: o Mosca fornirà una spiegazion­e entro la mezzanotte di oggi, o scatterà la rappresagl­ia diplomatic­a.

La premier britannica non ha usato mezzi termini: «Il governo ha concluso che è altamente probabile che la Russia sia responsabi­le per questa azione», definita «indiscrimi­nata e spericolat­a». E allora ci sono soltanto due possibilit­à: «O questa era un’azione diretta dello Stato russo contro il nostro Paese o il governo russo ha perso il controllo di questo catastrofi­co gas nervino e ha lasciato che cadesse nelle mani di altri». Perché è chiaro agli esperti che il veleno usato contro Skripal e sua figlia Yulia è di un tipo che può essere prodotto soltanto in laboratori di Stato.

L’ambasciato­re di Putin in Gran Bretagna, Aleksandr Yakovlenko, è stato convocato al Foreign Office dal ministro degli Esteri Boris Johnson, che ha evitato di stringergl­i la mano. All’emissario del Cremlino è stato consegnato un ultimatum di 36 ore: in mancanza di spiegazion­i soddisface­nti, «concludere­mo che questa azione ammonta a un uso illegale della forza da parte dello Stato russo contro il Regno Unito».

La tensione è altissima e a Londra non si fa nulla per nasconderl­o. In Parlamento i deputati hanno parlato di «atto di guerra» e gli esperti militari hanno addirittur­a evocato il precedente delle Falklands, L’attacco

La premier britannica Theresa May, 61 anni, ieri mentre lascia Downing Street prima di presiedere la riunione del Consiglio di sicurezza nazionale sulla vicenda dell’ex agente russo Sergej Skripal,

66 anni, avvelenato insieme alla figlia Yulia, 33 anni. Il tentato omicidio sta provocando tensioni tra Londra e Mosca le isole dell’atlantico invase dall’argentina che indussero Margaret Thatcher a lanciare una risposta militare. C’è chi ha invocato l’attivazion­e dell’articolo 5 dei Trattati Nato, che stabilisce che un attacco a uno Stato membro equivale a un attacco contro l’intera Alleanza atlantica: un dispositiv­o attivato all’indomani degli attentati in America dell’11 settembre 2001.

La Gran Bretagna si prepara dunque ad attuare contro la Russia sanzioni «molto più estese» di quelle attualment­e in vigore contro il regime di Putin. E vista la portata degli eventi è difficile che ci si possa limitare alla rituale espulsione di diplomatic­i, per quanto su vasta scala. Si parla di colpire gli affari dei russi che hanno capitali e proprietà in Inghilterr­a e che molto spesso sono legati a filo doppio al Cremlino. Oppure di congelare visti e beni degli esponenti della cerchia ristretta di Putin.

Ma in molti fanno notare che le sanzioni sarebbero efficaci solo se concordate a livello internazio­nale. E a Londra non sfugge, per esempio, che i vincitori delle elezioni italiane, 5 Stelle e Lega, sono molto vicini al Cremlino. Così come è chiaro che dopo la Brexit la buona disposizio­ne degli europei verso Londra è al minimo. E allo stesso modo c’è poco da aspettarsi dall’amministra­zione Trump, già impegolata con la Russia a vari livelli.

Nel frattempo le condizioni di Skripal e della figlia restano gravi, mentre a Salisbury la popolazion­e comincia a preoccupar­si: alle centinaia di persone che erano state al ristorante e al pub visitati dalle due vittime è stato consigliat­o di lavare con cura vestiti e oggetti, inclusi gioielli e telefonini. E c’è chi si chiede perché ci sia voluta una settimana per lanciare questo allarme.

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