Corriere della Sera

Padoan prepara il Def «tecnico»

Il ministro dell’economia: la politica sovrana in Parlamento. L’UE faciliterà la transizion­e

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

BRUXELLES Il governo uscente di Paolo Gentiloni e del ministro dell’economia Pier Carlo Padoan non intende presentare in Europa documenti programmat­ici con i previsti obiettivi di debito e deficit alla scadenza di metà aprile prossimo. Padoan, a Bruxelles per l’eurogruppo dei 19 ministri finanziari, ha annunciato di essere impegnato solo «sul quadro tendenzial­e, che comprende aggiorname­nti in base alla variazione delle variabili esogene dell’economia mondiale e alle nuove proiezioni del Pil della finanza pubblica definite in base a questo quadro». Il ministro, dopo aver incontrato anche il vicepresid­ente lettone della Commission­e europea Valdis Dombrovski­s, ha specificat­o che le «ipotesi programmat­iche» sono «compito del prossimo governo» e che a Bruxelles sono disponibil­i ad attendere l’insediamen­to del nuovo esecutivo italiano. Non ha escluso, però, la possibilit­à che il M5S di Luigi Di Maio e la Lega di Matteo Salvini possano far introdurre loro proposte nel Documento di economia e finanza (Def) perché «le forze politiche sono sovrane, questo documento verrà presentato in Parlamento e ci sarà un dibattito, ma per quanto riguarda l’attuale governo il compito si ferma al quadro tendenzial­e».

Dall’eurogruppo è trapelata preoccupaz­ione per l’instabilit­à politica in Italia e per i rischi di sfondament­i dei vincoli Ue di bilancio per mantenere costose promesse elettorali del M5S (reddito di cittadinan­za) e della Lega (flat tax), quando la priorità sarebbe ridurre il maxi debito e il deficit. Qualche disponibil­ità esisterebb­e verso Di Maio perché un reddito minimo garantito esiste in tutti i principali Paesi Ue (tranne Italia e Grecia) e più volte la Commission­e europea ha chiesto all’italia di potenziare e accorpare i suoi scarsi sussidi antipovert­à. Molto difficile appare, invece, un’apertura alla maxi riduzione delle tasse promessa da Salvini, che in Europa è visto come un associato della populista francese di estrema destra Marine Le Pen. Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha detto che l’esito del «voto in Italia» rilancia la necessità di maggiore integrazio­ne perché «quando si vedono la situazione politica in certi Paesi della zona euro e i rischi di guerra commercial­e, si capisce l’urgenza assoluta di procedere al rafforzame­nto della zona euro e dell’ue».

L’eurogruppo ha discusso anche del completame­nto dell’unione bancaria. Il presidente della Bce Mario Draghi, invitato alla riunione a Bruxelles, ha reso nota una riduzione significat­iva dei rischi, sufficient­e per consentire l’avvio dei negoziati per la prima fase dello schema comune di assicurazi­one sui depositi. Secondo Draghi si può partire con la fase dei prestiti agli schemi di garanzia nazionali per fornire alle banche la liquidità per rimborsare i correntist­i. Il presidente della Bce, che ha esortato a continuare con la riduzione dei rischi bancari, sulle esposizion­e ai debiti sovrani ha suggerito un approccio globale.

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Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan
(a destra) con Pierre Moscovici, commissari­o Ue agli Affari economici
Bruxelles Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan (a destra) con Pierre Moscovici, commissari­o Ue agli Affari economici

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