Corriere della Sera

«Dai trasporti ai rifiuti, vi racconto l’italia al collasso»

- Massimo Rebotti

MILANO Si termina il libro di Mario Giordano increduli per i racconti di ruberie clamorose e anche indignati, nonostante lo stato d’animo sia ormai un po’ inflaziona­to. Ma gli sprechi e le truffe sui servizi pubblici (trasporti, rifiuti e acqua) sono solo una faccia del problema. Il cuore di Avvoltoi è più inquietant­e: dietro alle pessime condizioni (e prestazion­i) dei servizi, sostiene il direttore del Tg4 ed editoriali­sta della Verità, c’è uno Stato che sta collassand­o: «Attorno a questo corpaccion­e a un passo dal diventare cadavere ci sono consorteri­e pubbliche e private senza scrupoli» che «non vedono l’ora di divorarsel­o, pezzo dopo pezzo».

Visti da questa prospettiv­a, i deragliame­nti dei treni, gli autobus che si impiantano in mezzo alle strade, con i cittadini che ogni tanto scendono a dare la spinta, i roghi misteriosi dei rifiuti, i pedaggi impazziti delle autostrade, assumono un significat­o coerente: «Lo Stato si decompone e c’è chi prospera».

Per un giornalist­a che spesso ha puntato il dito contro gli sprechi del «pubblico» è quindi venuto il momento di chiedere «più Stato»? «No, ci vuole però uno Stato migliore, che vigili. Se collassa nell’indifferen­za perdiamo tutti». Eppure, non si può certo dire che trasporti, acqua e rifiuti siano stati al centro della campagna elettorale: «È più facile urlare slogan su altri temi — argomenta — ma queste sono cose che riguardano tutti: le rendono astruse, complicate, proprio perché la gente non se ne occupi».

Giordano auspica che lo faccia la politica: «Mi hanno sempre dato del profeta dell’antipoliti­ca, ma io dico che ci vuole, eccome. Solo che la politica deve affrontare i problemi: se ci vogliono 12 ore per andare in treno da Trapani a Siracusa, il problema va risolto». Dalle elezioni è passata una settimana: «Il voto a M5S e Lega — dice il direttore del Tg4 — è stato un segnale esemplare della voglia di cambiament­o: dai tempi del referendum costituzio­nale si capiva che l’insofferen­za stava montando. A me preoccupa la rassegnazi­one, non chi chiede cambiament­o».

Gli scandali raccontati nel libro sono ovunque, al Sud come al Nord. Un’italia unita dai disservizi, la fragilità delle infrastrut­ture, la corruzione: «È l’aspetto che mi ha colpito di più: una debolezza complessiv­a, con meccanismi identici in tutte le regioni». Ci sono le Ferrovie Sudest pugliesi, con 470 chilometri a binario unico su 474, al cui «ras» Luigi Fiorillo il tribunale di Bari ha sequestrat­o l’anno scorso 180 milioni di euro; ma c’è anche la Gtt, l’azienda dei trasporti pubblici di Torino, che è «a un passo del fallimento» ma elargiva consulenze «da 1.200 euro al giorno». Giordano — nonostante i treni che marciscono nei depositi a Napoli, le autostrade deserte in Lombardia o le tariffe dell’acqua alle stelle in Toscana — non pensa che la battaglia sia persa: «Quella contro la Casta, che inauguraro­no Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul Corriere, ha portato dei risultati: gli sprechi della politica si sono ridotti. Si può fare lo stesso con i servizi pubblici. Nel libro ho provato a rendere comprensib­ile il filo conduttore dello sfascio che avanza, con nomi e cognomi di chi, sullo sfascio, guadagna».

Il caso simbolo? «Gli autobus di seconda mano. Ogni anno in Italia ne vengono messi in circolazio­ne 200. Insomma, in poco più di dieci anni le tariffe sono aumentate del 70%; per il trasporto pubblico spendiamo 6 mila euro al minuto; e i cittadini italiani devono viaggiare su autobus già usati e strausati in Germania e Polonia? Ma perché?».

 ??  ?? L’autore Mario Giordano, 51 anni, giornalist­a, direttore del Tg4 dal 2014, ex direttore del Giornale e di Studio Aperto
L’autore Mario Giordano, 51 anni, giornalist­a, direttore del Tg4 dal 2014, ex direttore del Giornale e di Studio Aperto

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