Corriere della Sera

Merkel capitolo 4 (tra le critiche): «Cambieremo»

Domani il giuramento: solo Kohl come lei. Poi volerà a Parigi: «Diciamo cosa vogliamo per l’europa»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Paolo Valentino

BERLINO Entro pochi giorni dal giuramento del nuovo governo tedesco, previsto per domani, Angela Merkel e il suo ministro delle Finanze Olaf Scholz si recheranno a Parigi per discutere le proposte di riforma dell’ue con il presidente francese Emmanuel Macron, in vista del Consiglio europeo del 22 marzo. Ma nel dare l’annuncio, la cancellier­a ha spiegato che non sarà un incontro risolutivo, «in grado di programmar­e i prossimi 20 anni dell’eurozona». Piuttosto servirà a «fare chiarezza sulle prossime tappe».

Nel giorno in cui Merkel, Scholz e il leader della Csu bavarese, Horst Seehofer, firmano il patto di governo della Grosse Koalition, la cancellier­a nega la tesi, avanzata sui media tedeschi, che i piani di rilancio per l’europa siano stati rimandati. Ma nello stile che è la sua cifra, la cancellier­a rimane sul vago e oppone il tradiziona­le «merkelismo» del «passo dopo passo». Anche perché, quando parla della necessità di un’accelerazi­one, sul bilancio comune per gli investimen­ti per esempio, Merkel ha qualche argomento per invocare chiarezza da tutti: «Ho sempre detto che posso immaginarm­i qualcosa del genere. Ma non è che le visioni di Finlandia, Francia, Italia, Irlanda e Germania sul tema siano ben definite. Dobbiamo precisare cosa vogliamo, come questo si raccorderà col bilancio generale della Ue. E dobbiamo farlo presto».

Per il resto, Merkel conferma tutte le linee rosse tracciate dalla Germania: non ci sarà una comunitari­zzazione del debito e le nuove risorse che Berlino è disposta a dare al bilancio dell’unione devono essere finalizzat­e a obiettivi chiari e concreti. Ancora una volta, silenzio sul bilancio dell’eurozona e sul ministro delle Finanze, capisaldi della visione di Macron.

Quasi sei mesi dopo le elezioni, il nuovo governo tedesco è finalmente ai blocchi di partenza. Domani mattina Angela Merkel sarà eletta per la quarta volta cancellier­a, eguagliand­o quanto a nomine il record di Helmut Kohl. Poi lei e i suoi ministri e ministre giureranno davanti al Bundestag. Non dovrebbero esserci sorprese, la Grosse Koalition disponendo nella Camera bassa di 399 su 709 voti , 44 in più della Kanzlermer­heit, la maggioranz­a qualificat­a necessaria al primo turno. Qualche defezione tra le file della Spd, laceratasi nella scelta di entrare nel governo, è tuttavia possibile.

Ottimista a dispetto delle critiche dell’opposizion­e e dello scetticism­o dei commentato­ri, che scrivono di coalizione dei deboli e di «italianizz­azione» della Germania, Merkel è convinta di guidare un esecutivo «stabile e in grado di agire». Ma ammette che si dovrà «pensare a molte cose in modo nuovo, non si può continuare come prima». Obiettivo del governo, secondo Merkel, è che «la promessa del benessere si concretizz­i per tutti i tedeschi».

«Questa Grosse Koalition — concede Scholz — non è nata come una storia d’amore, ma nonostante le differenze siamo in grado di lavorare insieme costruttiv­amente». Anche il presidente provvisori­o della Spd (al suo posto in aprile verrà eletta Andrea Nahles) ha parlato dell’europa, dicendo che «bisogna prendere il futuro nelle nostre mani» e che l’ambizione dei socialdemo­cratici è quella di «far avanzare la Germania, la sua società e l’unione Europea».

Ma anche la futura opposizion­e fa sentire la sua voce. Verdi, liberali e AFD lanciano le prime granate. «Metteremo il dito in tutte le ferite aperte di questo patto di governo» promette la giovane leader dei Gruenen, Annalena Baerbock. Christian Lindner, capo della Fdp definisce il programma della Grande Coalizione «scaduto prima ancora di cominciare». E il co-presidente di AFD, Alexander Gauland, prende di mira la politica migratoria del futuro governo, nonostante il futuro ministro degli Interni, Horst Seehofer, abbia già annunciato di voler accelerare le procedure di espulsione per chi non ottiene lo status di rifugiato.

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Brindisi Angela Merkel, 63 anni, insieme alla futura leader della Spd, Andrea Nahles, 47, e agli alleati di governo (Afp)

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