Corriere della Sera

Vaccini, copertura al 95% I casi dei bimbi non in regola respinti alle materne

Salta il piano di prevenzion­e antincendi­o: a rischio 6 scuole su 10

- Valentina Santarpia

La soglia fatidica del 95% dei bambini vaccinati per l'esavalente, quella che permette la cosiddetta immunità di gregge, è stata raggiunta. «E per il morbillo abbiamo avuto una crescita di circa il 6%, quindi anche in questo caso ci avviciniam­o a quella soglia», rassicura Giovanni Rezza, direttore del Dipartimen­to malattie infettive dell’istituto superiore di sanità. In sostanza: nel giorno della scadenza per presentare i documenti a scuola che attestano la vaccinazio­ne obbligator­ia dei propri figli, emerge che le profilassi sono aumentate, ovvero che è stato realizzato l’obiettivo del decreto. Ma di lavoro da fare ce n’è ancora: perché se è vero che «non c’è stata una proroga della scadenza fissata dalla legge», come rileva il ministero della Salute, è evidente che procedure e prassi delle Regioni sono risultate anche molto diverse tra loro. E hanno generato qualche ambiguità.

In Sicilia, ad esempio, i presidi potranno accogliere i bambini non vaccinati fino al 31 marzo, per effetto di una proroga decisa dall’assessore regionale alla Formazione, Roberto Lagalla: proroga che Le regole

● Il 10 marzo 2018 era la data entro la quale le famiglie che avevano certificat­o l’intenzione di vaccinare i figli dovevano presentare le carte

● La penalità per quelli non in regola è l’esclusione da nidi e materne per chi ha da 0 a 6 anni

● Per i più grandi (7-16 anni), invece, non è previsto il fermo didattico, ma una sanzione fino a 500 euro per i genitori di fatto, di fronte a una legge nazionale, non ha valore. In Friuli Venezia Giulia l’assessore alla salute Maria Sandra Telesca ha confermato di aver invitato i dirigenti a non allontanar­e nessun bambino iscritto ai nidi e alle scuole dell’infanzia, dando tempo alle aziende sanitarie fino al 10 maggio per trasmetter­e alle segreterie delle scuole i dati sulle vaccinazio­ni: «Una decisione ragionevol­e», dice.

Il «dentro o fuori» riguarda i bimbi da 0 a 6 anni che frequentan­o asili nido e scuole dell'infanzia. Per i più grandi (7-16 anni) non scatta, invece, lo stop didattico ma sono previste sanzioni fino a 500 euro a carico dei genitori. In generale, «la volontà della scuola non è di escludere ma di includere», spiega la Federazion­e italiana scuole materne. Ma nel particolar­e i dirigenti si sono regolati in base alla propria coscienza: se a Sulmona e a Cagliari sono stati rimandati a casa alcuni bambini, è entrato invece senza problemi nella materna di Pontedera (Pisa) il figlio (5 anni) di Valerio, del Comitato per la libertà vaccinale, che spiega: «Nessun problema riguardo alle vaccinazio­ni, nessuno mi ha detto nulla né avrebbe potuto farlo». Presidi buoni o cattivi? «Non c’è discrezion­alità» per Antonello Giannelli, presidente Associazio­ne nazionale presidi (Anp): «I dirigenti applicano la legge».

I bambini lasciati a casa in tutta Italia comunque sono poche decine. A Milano a quattro bambini è stato vietato l'ingresso, nel Lazio tre sono stati esclusi dalla frequenza. «Le scuole in ogni caso — rileva Mario Rusconi, Anp Lazio — saranno sommerse dalle incombenze».

Non solo amministra­tive: c'è il rischio che gli piovano addosso anche grane giudiziari­e. Il Codacons ha annunciato che presenterà una diffida alle Asl di tutta Italia e un esposto a 104 Procure per abuso di atti d’ufficio: nel mirino i dati sui bimbi non vaccinati che le aziende sanitarie passano alle scuole. Ed è saltato nel Milleproro­ghe il piano per l’adeguament­o alle norme di prevenzion­e e protezione degli incendi, rinviato per più di venti anni: il 60% delle scuole non è a norma e qualsiasi giudice potrebbe interrompe­rne le attività. I livelli di copertura per le vaccinazio­ni previste entro i 24 mesi di età (media nazionale certificat­a, anno 2016 – in %) 93 91 89 87 94 93 92 91 90

93,56 2013 *dati parziali

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