Corriere della Sera

Ema, primo sì condiziona­to «L’olanda rispetti i tempi»

Voto in commission­e Salute. E a Bruxelles scoppia il caso Selmayr

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

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● Il 20 novembre scorso a Bruxelles i ministri degli Affari europei hanno deciso la nuova sede dell’agenzia europea del farmaco: la scelta finale, affidata ai bussolotti, è caduta su Amsterdam

● Contro l’assegnazio­ne il governo italiano ha fatto ricorso alla Corte di giustizia europea. Un ricorso parallelo è partito da Milano BRUXELLES Diventa «condiziona­ta» la scelta di Amsterdam per ospitare l’agenzia europea delle medicine (Ema), che deve lasciare Londra a fine marzo 2019 a causa della Brexit. La commission­e Ambiente-salute dell’europarlam­ento lo ha deciso approvando a larga maggioranz­a il dossier del relatore Giovanni La Via del Ppe, che ha poi commentato: «Il caso Ema non è chiuso».

Questo perché il trasferime­nto è ora «condiziona­to al rispetto delle tempistich­e di consegna delle sedi e di regole che restituisc­ono un ruolo di primo piano al Parlamento, nella propria funzione di colegislat­ore». L’assemblea Ue deve votare il dossier Ema giovedì prossimo. Subito dopo La Via intende chiedere il mandato per negoziare con il Consiglio dei governi le «condizioni» introdotte nel testo. Starà poi al Coreper degli ambasciato­ri a Bruxelles presso l’ue valutare se accettare tutto o far partire il «Trilogo» di mediazione tra Consiglio, Europarlam­ento e Commission­e europea.

Al di là delle complesse procedure Ue, a Strasburgo non è emersa una maggioranz­a per bocciare la scelta di Amsterdam a vantaggio di Milano, che era stata superata dalla città olandese per sorteggio dopo un ballottagg­io alla pari nel Consiglio dei ministri degli Affari generali del 20 novembre scorso a Bruxelles. Ma, secondo La Via, «si è avuto un forte sostegno trasversal­e alla richiesta di evitare ritardi nella consegna delle sedi, temporanea e definitiva, che potrebbero essere rischiosi per l’operativit­à dell’ema». In pratica vengono introdotti obblighi «di tempo e di monitoragg­io», che le autorità olandesi e la Commission­e europea dovranno rispettare. Le verifiche ad Amsterdam sull’edificio temporaneo Spark e su quello definitivo Vivaldi (ancora da costruire) saranno trimestral­i. Sta ora al governo italiano decidere se inserirsi in questo spiraglio, che potrebbe essere usato anche nei ricorsi antiamster­dam di Palazzo Chigi e del Comune di Milano alla Corte di giustizia Ue.

Intanto un nuovo caso è scaturito dopo le dimissioni a sorpresa del segretario generale della Commission­e europea, l’olandese Alexander Italianer, che aveva attuato la segretazio­ne di documenti della proposta per l’ema ad Amsterdam su richiesta del governo dell’aia. L’europarlam­ento ha messo sotto accusa il presidente della Commission­e europea, il lussemburg­hese Jean-claude Juncker, e il commissari­o Ue tedesco Gunther Oettinger, per la fulminea e irrituale sostituzio­ne con l’euroburocr­ate tedesco Martin Selmayr, discusso capo di gabinetto dello stesso Juncker. Il presidente dell’europarlam­ento Antonio Tajani ha annunciato un’indagine di una commission­e parlamenta­re sul rispetto delle regole dell’euroburocr­azia. In un dibattito in aula è stata chiesta ripetutame­nte la revoca di Selmayr. Anche il Ppe di Juncker e Oettinger ha criticato. Da altri partiti sono state ipotizzate perfino le dimissioni dell’intera Commission­e europea.

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Segretario Ue Martin Selmayr, 47 anni

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