Corriere della Sera

Si è spento a 91 anni Hubert de Givenchy re dell’eleganza e del lusso alla francese Amico di Balenciaga, ha vestito Jacqueline Kennedy e Grace di Monaco

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al 1995: a Parigi, al termine di un’epocale sfilata applaudito anche da Saint Laurent e Valentino in prima fila, Arnault annunciava il passaggio di testimone a John Galliano; dopo di lui subentrati Alexander Mcqueen, Julien Macdonald e, dal 2005 per 12 anni, l’italiano Riccardo Tisci; nel 2017 cambio con l’arrivo della britannica Clare Waight Keller, che commossa ha ricordato Givenchy come «uno degli uomini più seducenti e favolosi mai incontrati». Aristocrat­ico, cresciuto in un ambiente raffinato, il nonno materno a capo della manifattur­a tessile di Beauvais e Gobelin (gli trasmette la passione per i tessuti esclusivi e preziosi), sin da adolescent­e in Hubert de Givenchy arde il fuoco sacro della moda. Studia all’école des beaux-arts; si autopromuo­ve da Cristobal Balenciaga: tenta di mostrargli i suoi figurini, ma viene amabilment­e «congedato». Sarà però proprio lo schivo sarto iberico a divenire poi il suo Mentore: nel 1956 sfileranno assieme a New York e resteranno legati da amicizia fino alla morte di Balenciaga. Saranno invece gli atelier parigini di Fath, Piguet e Schiaparel­li quelli dove il giovane Hubert si forma, fino al debutto nel 1952 con la collezione Les Séparables, salutato con lo stesso entusiasmo con cui si celebrò nel 1947 il New Look di Dior.

L’incontro-innamorame­nto con Audrey Hepburn scrive

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