Corriere della Sera

La doppia partita di Spalletti: Champions e rifondazio­ne

Il tecnico duro con squadra e società: ma se fallisce l’obiettivo la sua permanenza all’inter è a rischio

- Guido De Carolis

Parole inequivoca­bili. Resta invece aperta a interpreta­zioni la strategia di Luciano Spalletti che, dopo il pareggio contro il Napoli, è stato duro. «In generale non abbiamo mai giocato un grandissim­o calcio, perché secondo me non abbiamo tutta quella qualità che si dice. Il Napoli sì che ha qualità».

Il tecnico dell’inter parlava di qualità di giocatori e di gioco. L’uscita serve a pungolare la squadra, comunque sempre difesa, ma pure a smuovere la proprietà e a far assumere le giuste responsabi­lità a chi la rosa l’ha costruita e gestita negli ultimi anni.

Già in passato il direttore sportivo Piero Ausilio è finito,

d

senza mai essere citato, nel mirino dell’allenatore («Io alleno l’inter, la squadra virtuale la faccio allenare ai dirigenti», disse tempo fa). Stavolta però la critica è indirizzat­a più alla società e agli uomini che avallano le scelte dei cinesi di Suning. Le parole di Spalletti non lasciano indifferen­ti e guardano soprattutt­o al futuro. La corsa per la Champions è in salita, il calendario non semplice, anche se l’inter quinta in classifica resta l’unica imbattuta negli scontri diretti. E domenica i nerazzurri sono attesi dalla difficile trasferta contro la Samp.

Suning non ha intenzione di cambiare strategia e a fine anno, Champions o no, non farà sacrifici per rinforzare la squadra. Ma è necessaria una profonda rifondazio­ne per migliorare l’inter e avvicinarl­a pur gradualmen­te a Juventus, Napoli e anche Roma. Quando Spalletti è stato preso lo scorso fine maggio, la proprietà aveva fatto altre promesse, poi tutto è cambiato. È mutato il quadro di mercato per lui e per il direttore tecnico di Suning Walter Sabatini.

L’aria in casa nerazzurra è tesa, le parole di Spalletti non hanno fatto piacere alla dirigenza che però ha imparato nel tempo a incassare, a non reagire alle critiche, a restare in comoda posizione defilata.

La partita con la Samp può diventare uno spartiacqu­e. La posizione di Spalletti è solida, anche se Jindong Zhang l’anno scorso cambiò ben cinque tecnici: Mancini, De Boer, Vecchi, Pioli e ancora Vecchi. L’inter di oggi, soprattutt­o per merito di Spalletti, è andata oltre le sue reali possibilit­à e qualità. L’uscita del tecnico ricorda le picconate di Mancini che si scontrò con la società fino ad andarsene.

Non risparmiat­i i giocatori. Candreva aveva giustifica­to le parole come «uno stimolo per spronarci». Spalletti l’ha zittito. «È il suo pensiero, il mio l’ho detto». Fulmini pure su Cancelo. «Dove lo metti si lamenta della posizione». Brutalizza­re lo spogliatoi­o è forse l’unica tattica per stimolare una reazione. Il rischio è elevato, i giocatori non hanno preso bene le critiche. L’inter gioca una partita decisiva al suo interno. Se Spalletti centra la Champions ne esce più forte, vista anche la bassa qualità della rosa, e averlo fatto notare non è un caso. Se fallisce l’obiettivo il futuro sarà da scrivere, nonostante un contratto fino a giugno 2019.

Spalletti Non si gioca un grande calcio perché non abbiamo tutta questa qualità che si dice

Il richiamo Bacchettat­i Candreva e Cancelo, ma le parole dell’allenatore servono per una reazione

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