COME E QUANDO LA SINISTRA HA PERSO IL POPOLO
Caro Aldo, quando ha perso il Pd? Quando ha smesso di pensare ai giovani che abbandonano la scuola, al lavoro di qualità che manca, alla sanità pubblica a due velocità, ai disoccupati di lungo periodo, e ha iniziato a fare le veci di partiti che rappresentano un altro tipo di elettorato (imprese, professionisti, ceti medio-alti borghesi, coloro che diritti e lavoro già li hanno). A ognuno il proprio elettorato. La sinistra oggi è stata sostituita dal M5S.
Caro Alessandro,
C’è del vero in quel che lei scrive. Sarebbe sbrigativo liquidare il Pd come il partito delle élites: ha pur sempre sei milioni di voti; e poi le élites in Italia non esistono, semmai esistono consorterie. Semplicemente, la sinistra italiana ha perso la componente popolare. Il Pci era interclassista perché il suo consenso andava dalla borghesia intellettuale ai ceti operai; e nel 1976 alla Camera prese più voti che al Senato. Ora il voto popolare va ai Cinque Stelle e alla Lega, che intercettano pure il voto dei giovani. Crollato il Muro, la sinistra ha abbracciato il liberalismo economico, il mercato, la concorrenza. Questo l’ha posta in dialogo con il sistema, la Banca d’italia, la Confindustria. Non era necessariamente un male: l’italia avrebbe davvero bisogno di una rivoluzione liberale (mai avvenuta, visto il peso del fisco e della burocrazia). Ma nel momento in cui il sistema crollava con la grande crisi del 2008, la sinistra ne è stata travolta. È accaduto in tutta Europa, dalla Grecia alla Spagna passando per Germania e Francia. Prendersela solo con Renzi, che almeno ci ha provato davvero, è ingeneroso; così come è ingenuo credere che tolto di mezzo il ragazzo di Rignano con un’altra guida il Pd rifiorirà. È mancata la spinta per fare cose semplici e di buon senso: dimezzare le indennità per i politici e raddoppiare le carceri per i delinquenti, ad esempio. L’opposizione non farà male al Pd. Va detto che la destra e i Cinque Stelle hanno vinto le elezioni con promesse impossibili da realizzare. La flat tax aprirebbe nei conti dello Stato la voragine che ha aperto negli Usa ai tempi di Reagan. Il reddito di cittadinanza idem. L’europa può non piacere, ma c’è. Il mondo globale pure. O ne usciamo, o ci facciamo i conti.