«Laureato, mi valutano per fare il capotreno»
Sono al termine della mia laurea magistrale in ingegneria civile presso il Politecnico di Milano e, come tutti, sono in cerca di opportunità. Tra queste, ho valutato un mio possibile inserimento in Trenitalia. Mi sono iscritto al sito di recruiting, rispondendo a un’infinità di domande e allegando il mio curriculum, come richiesto. Ho impiegato parecchio tempo nel compilare il format, ma sono rimasto piuttosto soddisfatto dall’apparente interesse della società nei confronti di un candidato. Agli inizi di marzo ricevo un messaggio nella mia casella di posta elettronica, che mi invita a una selezione per la posizione di capo treno/capo servizi treno, destinata a diplomati. Inizialmente ignoro il messaggio, ma dopo qualche giorno ripenso al tempo dedicato per l’inserimento del mio profilo nel database e mi accorgo di essere stato preso in giro. Ho 24 anni, liceo classico, laurea triennale e (il 19 aprile, si spera!) magistrale e due esperienze lavorative rispettabilissime, esperienza all’estero, conoscenza di tre lingue, tesi in ambito di ricerca, buone capacità di scrittura e di programmazione: tutto questo viene ignorato dal settore di Risorse Umane di Trenitalia (oggi) e da human resources di altre società (un domani). Anni di impegno e di sacrifici per sentirmi proporre un concorso per capotreno, destinato a chi ha un percorso differente dal mio!