Corriere della Sera

La prima scelta è Fraccaro Carelli «garanzia» per il centrodest­ra

- di Alessandro Trocino

ROMA La strategia dei 5 Stelle passa per un rapporto privilegia­to con la Lega Nord, non solo in vista delle presidenze delle Camere. Per questo il Movimento fa pressione su Matteo Salvini — «è stato corretto, ma ora scelga se stare con noi o con Forza Italia» — e spera in una soluzione positiva della questione delle presidenze, considerat­a come un buon viatico verso un futuro governo a due.

Già, perché i 5 Stelle si sono convinti che non sia praticabil­e la via del ritorno al voto, che pure potrebbe premiarli. E soprattutt­o non hanno nessuna intenzione di imbarcarsi in una lunga discussion­e per una nuova legge elettorale. Troppe le distanze, la Lega sarebbe per il premio alla coalizione, i 5 Stelle per il premio alla lista. E troppo alto il rischio di uscirne con un crollo dei consensi. E allora l’unica strada per il Movimento, ragionano ai piani alti, è passare attraverso un governo politico. La via maestra prevedereb­be un passo avanti del Partito democratic­o derenzizza­to. «Ma con chi parlare? Ormai sono inaffidabi­li. Chi garantireb­be un accordo? Finirebbe come con i 101 di Prodi. E poi non ascoltano neanche più il Quirinale». E allora, ragionano dal quartier generale dei 5 Stelle, se non ci fossero segnali dai dem, «sarebbero loro a spingerci nelle braccia della Lega».

Ed è questa la prospettiv­a più concreta. Sempre che Salvini davvero lo voglia. E sempre che si risolva il puzzle delle Camere. La Lega insiste per avere Giancarlo Giorgetti a Montecitor­io. Ma di fronte al niet dei 5 Stelle, si accontente­rebbe del Senato. E qui c’è il blocco di Forza Italia. Il comunicato di Di Maio di ieri, che bloccava candidati condannati e sotto processo, in realtà era un favore a Salvini. Che si toglie due candidati non molto graditi: il leghista Roberto Calderoli e il forzista Paolo Romani. La diffidenza dei 5 Stelle verso Forza Italia è totale: è molto improbabil­e che decidano di votare un azzurro. Per questo non si esclude, se la Lega non riuscisse a forzare il blocco, un ritorno sulla scena di un candidato dem.

Per ora, Di Maio prova a insistere per ottenere una spartizion­e con il Carroccio, anche se ripete ufficialme­nte che non vuole un accordo a due. Alla Camera propone un fedelissim­o come Riccardo Fraccaro, il giornalist­a Emilio Carelli (che sarebbe più probabile nel caso di una convergenz­a con i voti di Forza Italia) e Roberto Fico, voce che garantireb­be pluralismo. C’è chi pensa che lo stesso Di Maio potrebbe decidere di sedere a Montecitor­io, ma è uno scenario tutto da vagliare. E questa mattina, una nuova telefonata a Salvini, dovrebbe sciogliere gli ultimi dubbi.

Il percorso M5S non crede a un nuovo voto e privilegia l’asse con la Lega anche per il governo

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